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Chi mi conosce sa che sono una mangiona senza ritegno. Sarei capace di mangiarmi un arrosto alle 7 del mattino, concludendo con una spaghettata a mezzanotte tutti i giorni. In pratica, come quantità di pasti giornalieri, mi sento decisamente in grado di battere un hobbit.
E dunque il mio condominio, in cui c’è sempre odore di cibo (buono) sembra essere stato costruito apposta per me. Qui c’è SEMPRE qualcuno che cucina. Sempre. Alle 9,30 del mattino ritiri il bucato dimenticato il giorno prima, e vieni accolto da un invitante profumo di grigliata (a quest’ora? Si, a quest’ora). Alle 11 qualcuno inizia a preparare il pranzo, e sale su un profumo di sughetto che indurrebbe in tentazione un santo. E poi il fritto di pesce all’ora del dessert, per merenda la focaccia appena sfornata (delinquenti!), i dolci, lo stufato, il minestrone alla genovese. E tanto altro.
Ora, non storcete il naso per gli orari (io storco il naso perché nessuno offre!). Forse a qualcuno la grigliata mista alle 9,30 del mattino potrebbe urtare. A me no. Perché il cibo non è solo cibo per me, gli ho sempre riservato un’importanza fondamentale: è un contorno di momenti felici. E allora ogni profumo mi ricorda una tavolata allegra, una vacanza, un pic nic, una cena romantica, una serata al ristorante di quelle in cui ridi fino alle lacrime, un momento di quelli in cui “finalmente sono da sola così posso sperimentare un po’ ai fornelli, davanti a un buon film, senza avvelenare nessuno”.
Sono probabilmente stata un po’ retorica. Ma a me davvero il cibo mette allegria e completa la giornata. D’altronde, state pur sempre parlando con una che quando era alle elementari, disegnando uno scorcio di Torino, disegnò il teatro Carignano piccolissimo, come una cosa che c’è e cosa ci vuoi fare, per essere credibile almeno un po’ di spazio glie lo devi dare. E poi a fianco, gigantesca, la gelateria.
Valentina