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Ho letto per la prima volta “1Q84” (Einaudi, 2011) con l’approccio curioso e anche un po’ intimorito di chi si affacciava a un best seller giapponese pur non avendo amato particolarmente la letteratura nipponica prima di allora. Da quel momento ho iniziato a divorare i libri di Murakami. Che dire di “1Q84”? Mi ha stregata.
I tre libri raccontano due vicende separate: una è quella di Aomame, che nella vita fa la killer e colpisce chi maltratta le donne, e l’altra è quella di Tengo, aspirante scrittore che un giorno riceve un incarico particolare, riscrivere il romanzo geniale di una giovanissima e misteriosa scrittrice. Fino a quando…
Perché questa trilogia mi è piaciuta tanto? Ecco tre motivi per cui vale la pena leggere “1Q84” una volta nella vita:
Perché (sì, è un po’ spoiler) all’inizio sembrano vicende un po’ particolari ma tutto sommato verosimili, ambientate negli anni ’80 del nostro mondo. Poi iniziano ad accadere cose sempre più strane, una spirale dell’assurdo che sfocia a sorpresa nel fantastico, un fantasy maturo, adulto, inusuale, a tratti fantascientifico.
Perché è bello vedere come, lentamente, le due storie arrivino a intrecciarsi e a legarsi fino a svelare il finale.
Perché, proprio negli ultimi surreali capitoli, facevo il tifo come una matta e mi sono letteralmente divorata le pagine per capire come andava a finire. La trama prende, e la voglia di arrivare a scoprire il finale è tanta.
Piccola curiosità: sapevate che… è stato girato anche un cortometraggio basato su una nota scena del libro, prodotto dalla “Cabin No.8 Limited” di Hong Kong? Eccolo qua: