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4.5 out of 5 stars (4,5 / 5) Un divertente affresco della società giapponese contemporanea. Un libro che svela molto, soprattutto sulle differenze tra culture.


“Stupore e tremori” (Voland, 2000) è un romanzo definito autobiografico dalla stessa autrice: si raccontano le avventure della giovane belga Amelie, che ha trascorso l’infanzia in Giappone e adesso vi vuole ritornare stabilmente, spinta da un sacco di bei ricordi. Ma l’impatto con la cultura giapponese – soprattutto sul posto di lavoro – è traumatico: riuscirà Amelie a sopravvivere alle enormi differenze?

Ecco tre buoni motivi per leggerlo:

Perché scopriremo che non siamo gli unici a nutrire pregiudizi sulle altre popolazioni del mondo. Esatto, in una società chiusa come quella giapponese, gli occidentali spesso (non sempre, naturalmente) sono considerati come scansafatiche, sporchi e inetti. E chi cerca di integrarsi non farà vita facile.

Perché il libro mostra che cambiare vita cambiando Paese, e scegliendone uno con una cultura che è simile alla nostra solo di facciata, ma in realtà profondamente diversa, è tutto fuorché facile. Anche per una persona fermamente convinta.

Perché Amelie, eterna ottimista, nonostante le angherie subite, riesce a mantenere sempre un livello di leggerezza e di spensieratezza grazie al quale noi lettori, oltre ad essere incuriositi da questa avventura autobiografica, ci divertiamo anche.

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