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Forza, alzi la mano chi non ha provato un moto di simpatia (o nostalgia) guardando l’immagine che ho utilizzato. Anche se, vi avverto, l’universo fantastico di Michael Ende non è quello del film – diventato poi saga cinematografica – de “La Storia Infinita”: il libro (Longanesi, 1981) è molto di più.
La trama è comunque sostanzialmente simile: racconta le avventure di Bastian Bux (Bastiano Baldassarre Bux), chiamato a trovare un modo per salvare il regno di Fantàsia con tutti i suoi personaggi.
Tre buoni motivi per leggerlo:
Per scoprire un mondo decisamente più vasto rispetto a quello raccontato nei film (il terzo lungometraggio poi, per nulla aderente al libro, che cerca di strizzare l’occhio agli adolescenti più che ai bambini, è veramente insopportabile).
Per scoprire come l’autore avesse curato non solo il contenuto ma anche, con un interessante esperimento, la grafica del testo (per questo serve la versione cartacea): le parti in rosso riguardano il mondo di Bastiano, quelle in verde Fantàsia. Tuttora il romanzo viene citato nei corsi universitari di grafica editoriale.
Perché è uno di quei romanzi di formazione immortali, che piacciono sia ai bambini sia agli adulti.