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(3,5 / 5) Scanzonato ritratto d’autore di un irriverente gruppo di amiciL’ho fatto di nuovo: ho visto il trailer di un film che mi ispirava, poi ho visto che c’era il libro scritto dal regista Pupi Avati, e ho comprato quest’ultimo (Garzanti, 2009).
Un regista di razza, che racconta le avventure di un gruppo di amici nella Bologna degli anni ’50, tra sogni, aspirazioni, fidanzamenti improbabili e “follie”.
Ecco tre buoni motivi per leggere questo libro:
Perché è la classica compagnia di amici mai cresciuti che tutti conosciamo, o di cui tutti abbiamo fatto/facciamo parte. Che, nelle varie fasi della vita, ci sono sempre.
Perché Pupi Avati sa bene come fare a creare tanti personaggi ben caratterizzati, e qui si sbizzarrisce.
Perché è semplice, scorrevole, poco più di 140 pagine che faranno sorridere pensando alle “scorribande” di questa eterna gioventù.