8 racconti brevi da “divorare” quando cala la concentrazione

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In tempi di “quarantena obbligatoria” da coronavirus, ci possono essere tanti motivi per cui la nostra concentrazione può calare. Sicuramente c’è la grande preoccupazione che ci impedisce di dedicarci alle letture con il solito piacere e la mente libera. E poi, come nel mio caso, il superlavoro dovuto all’enorme mole di notizie da scrivere ma anche alle molte persone che vogliono potenziare la loro comunicazione via web. Ma penso anche a chi lavora in casa e deve allo stesso tempo guardare i bambini, o altre mille situazioni particolari. Insomma, è facile soprattutto di questi tempi arrivare a sera con le pile scariche, e spesso si è semplicemente troppo stanchi e poco concentrati per dedicarsi a un romanzo.

C’è bisogno allora di qualcosa di più semplice e breve, “pillole” scritte anche da diversi autori importanti che si sono messi alla prova con il racconto. E allora ecco una selezione di 7 racconti brevi, semplici ma di qualità (molti li ho letti in formato e-book grazie alla collana Feltrinelli Zoom che pubblica racconti singoli) con le recensioni “flash” linkate ai titoli:

1 “Il curioso caso di Benjamin Button” di Francis Scott Fitzgerald. Ebbene sì, è un racconto ed è breve. Chi l’avrebbe mai detto, dopo aver visto il film? Vale la pena leggerlo anche perché ci sono sostanziali differenze dalla trasposizione cinematografica.

2 “La luce che c’è dentro le persone” di Banana Yoshimoto. Un delicato racconto di un episodio di vita, di quelli in grado di segnare un’esistenza intera di che fanno pensare «E se…?»

3 “La metamorfosi” di Franz Kafka. Sono partita con tanti pregiudizi, e invece ho trovato un racconto fresco, ironico, godibile, che parla del tema dell’emarginazione del “diverso”.

4 “Sogni d’inverno” di Francis Scott Fitzgerald. Storia di un amore e di una carriera, alla maniera di Scott Fitzgerald: giovanotto con davanti una promettente carriera, donna capricciosa e volubile, e una scelta che cambia la vita.

5 “L’assassino” di Michele Serra. Un turbine di ironia per descrivere un certo consumismo sfrenato ormai caricatura di se stesso. Un assassino spiega al perito di un tribunale, in un crescendo di assurdo, i suoi omicidi.

6 “Passerotti” di Doris Lessing. Cosa succede in un parco londinese, in un pomeriggio qualunque, dopo un acquazzone? Personaggi e storie diverse si incrociano, si sfiorano, per non rincontrarsi forse più.

7 “Il delitto di lord Arthur Savile” di Oscar Wilde. Conoscere il nostro destino (o almeno credere di conoscerlo) è un vantaggio o uno svantaggio? Possiamo modificarlo o non c’è modo di sfuggirgli? E quante delle nostre azioni ne saranno influenzate?

8 “William Wilson” di Edgar Allan Poe. Il rapporto tormentato di un uomo con un suo omonimo, fisicamente simile, caratterialmente agli antipodi, in bilico tra odio e ammirazione: ma chi è davvero l’altro William Wilson?

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