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Mentre in Italia siamo reduci dalla settimana sanremese, la più nazional popolare dell’anno, stanotte gli Usa celebrano l’evento sportivo più seguito, la notte del 57esimo Superbowl a Glendale, Arizona. Non una semplice partita, non solo la finalissima del campionato di football americano, ma un evento dove si condensano iconografie, simboli, politica, società, spettacolo. Tutto al Superbowl è esagerato, a partire dal tradizionale spettacolo tra primo e secondo tempo, che quest’anno avrà come protagonista Rihanna.
Una cosa che sembra interessare molto anche noi Italiani, dato che siamo il paese con più appassionati di NFL al mondo. Sul campo si sfideranno i Kansas City Chiefs e i Philadelphia Eagles, ma come sempre il match avrà milioni di occhi addosso, perché il football americano è per gli USA il sismografo della nazione ed anche per questo ci sono straordinari film e libri che parlando di questo sport indagano la psicologia e l’anima dell’America. Noi ne abbiamo scelti cinque.
1 Peter Gent, “I mastini di Dallas” (66thand2nd): un classico, da cui è stato tratto anche un film di culto. Scritto negli anni Settanta da un ex giocatore professionista è stato il primo ritratto impietoso e onesto del mondo del football professionistico, che cinicamente consuma gli atleti ed esaspera tutto per le logiche dello show business. Un libro duro, senza compromessi, da cui sgorga anche quanto amore ci possa essere anche nel più crudele degli sport.
2 Ben Fountain, “É il tuo giorno, Billy Lynn” (Minimum Fax): siamo sempre a Dallas, tana dei Cowboys, la più americana del più americano degli sport, e i 10 soldati della squadra Bravo avranno l’onore di seguire tra i vip una loro partita come premio per aver svolto un’eroica missione in Iraq. Il giorno dopo il match, torneranno al fronte. Un capolavoro struggente, passato troppo inosservato in Italia, che smonta il mito del sogno americano post 11 settembre in modo chirurgico.
3 Don DeLillo, “End zone” (Einaudi): è il secondo romanzo del grande scrittore americano, scritto nel 1972, molto prima di “Rumore Bianco” o “Underworld”. É un romanzo strano e ipnotico, a cui bisogna abbandonarsi, un autentico prodigio di stile e immaginazione. Il libro segue il giovane Gary Harkness nel suo anno trascorso con una squadra di football di College: un protagonista sospeso tra la magia di uno sport con un linguaggio tutto suo e la paura di una guerra mondiale nucleare, tema caro a DeLillo. Ma la partita desacritta nel terzo e ultimo capitolo è, semplicemente, una delle più grandi prove narrative del secondo ‘900.
4 Chris Bachelder, “L’infortunio” (Sur Edizioni): cosa spinge ogni anno ventidue maschi di circa quarant’anni a riunirsi ogni anno per un weekend per rimettere in scena, in uno campo di periferia la celebre azione di una partita di football americano, in cui Joe Theismann, fenomenale quarterback dei Washington Redskins, subì un infortunio che gli stroncò la carriera? Il fascino mistico della violenza? Una malinconica ritualità maschile? Il desiderio di trovare un senso alle proprie vite imperfette? Un romanzo breve di grande intensità, che porta le atmosfere de “Il grande freddo” nel nuovo millennio e merita di essere letto da chiunque pensi che non si debba mai rinunciare a una grande storia scritta meravigliosamente.
5 Federic Exley, “Appunti di un tifoso” (Alet): se riuscite a trovare questo libro negli scaffali dell’usato o su qualche store online (purtroppo la casa editrice non c’è più), afferratelo senza indugi. Scritto nel 1968, è un memoir che mozza il fiato. L’autore, figlio di un ex campione di football, è un appassionato tifoso dei New York Giants e lo stadio è l’unico luogo dove la vita si mette in ordine, perché è fuori è tutto un casino. Un romanzo picaresco, che scoperchia l’America molto meglio di Salinger e Fante e che fa per il football americano quello che Nick Horby ha fatto per il calcio con “Febbre a novanta”: dice perché lo sport può essere così importante nella vita di una persona.