Tre buoni motivi per leggere “Esperimento di verità” di Paul Auster

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Tante piccole “pillole” che raccontano le straordinarie coincidenze della vita


Avete presente quei fatti curiosi, strani, quelle coincidenze straordinarie che capitano a tutti noi almeno una volta nella vita, quelle che ci ricorderemo per sempre, che sono in grado di influenzare una vita intera, e che sono degne di essere raccontate ad amici e conoscenti?

Paul Auster, scrittore protagonista della letteratura statunitense contemporanea, ha raccolto tutti questi piccoli grandi fatti della vita – capitati direttamente a lui o raccontati dai suoi amici – in “Esperimento di verità”, scritto nel 1992 un po’ per gioco e un po’ come un vero e proprio esperimento, ed edito in Italia da Einaudi. Ecco tre buoni motivi per leggerlo:

1 Nemmeno 100 pagine, tanti racconti brevi, di 2-3 pagine, scritti molto bene, che sono in realtà episodi realmente accaduti, che riguardano tutti gli aspetti della vita, da leggere tutti d’un fiato o da centellinare come tante piccole pillole che fanno riflettere sulle meraviglie del caso.

2 Caso? Destino? Sono le coincidenze le protagoniste, coloro che in questo caso guidano i personaggi e le trame (e non viceversa). Diventando a loro volta una trama disegnata in maniera imprevedibile, come un arabesco che prende forma solamente alla fine di questi micro-racconti, e che suscita meraviglia e stupore.

3 Perché spesso è dalla realtà che arrivano i grandi spunti per i romanzi: ed è proprio da una di queste coincidenze pazzesche – riportata in uno di questi brevi racconti – che deriva l’idea che poi Auster ha utilizzato per il suo primo romanzo “Città di vetro”, incluso nella “Trilogia di New York”.

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