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“L’Alligatore” dai libri di Massimo Carlotto alla serie tv: interessante.
I romanzi di Massimo Carlotto della serie Rai che ha come protagonista L’Alligatore (editi da e/o) sono tra i migliori noir italiani di sempre. Sono realistici e ‘blues’, e sono tra i pochi che descrivono il crimine del nord est, nel suo impasto di malavita, economia e repentino mutamento sociale. Sono storie che fanno emergere la “questione settentrionale” di una provincia travolta dagli sghei e dalla globalizzazione.
I film tratti dai romanzi rendono bene molti di questi elementi, soprattutto per la bravura dei tre protagonisti, Matteo Marthari, Thomas Trabacchi e Gianluca Gobbi (formatosi allo Stabile di Genova e che ricordo splendido protagonista ne ‘Lagente Segreto’ di Conrad).
Ma un grande merito va agli sceneggiatori, che hanno operato un interessante crossover delle opere di Carlotto, attingendo soprattutto ai romanzi che hanno come protagonista Giorgio Pellegrini, nato con quel ‘Arrivederci amore ciao’ che è forse il più bel romanzo di Carlotto dopo lo struggente ‘La terra della mia anima’, dedicato al “vero” Beniamino Rossini.
È sempre un poco spiazzante vedere i personaggi dei “nostri” libri sullo schermo, e soprattutto è spesso deludente. In questo caso il risultato è, soprattutto, interessante e fa sperare che la puntata di mercoledì non sia la “fine dei giochi”.