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Un turbine di ironia per descrivere un certo consumismo sfrenato ormai caricatura di se stesso.
Ero in vena di racconti brevi, e così mi sono fatta tentare da “L’assassino” di Michele Serra pubblicato da ZoomFlash Feltrinelli. Ecco tre buoni motivi per leggerlo:
1 Si legge davvero in pochissimo tempo ed è davvero godibile e ricco di ironia. Si tratta del dialogo tra un assassino e il perito di un tribunale che gli chiede di raccontare e descrivere i suoi omicidi.
2 L’assassino, in un crescendo di esasperazione, si scaglia contro alcune tipologie di negozi, mettendo in luce la piega assurda di un certo consumismo, diventato quasi una caricatura di se stesso nella smania di sembrare moderno e “smart” a tutti i costi. Come la gelateria che vende 110 gusti diversi, lo showroom con le scrivanie sospese che vende uno sgabello di design (e chiedere il prezzo è quasi un’offesa), oppure le “soluzioni simpatiche” della “Bicchieroteca”.
3 Alla fine in questo racconto assurdo ovviamente non si può fare a meno di sorridere pensando a questo “giustiziere” che voleva riportare le cose al loro posto, chiamando gli oggetti con il loro nome, e chiedendosi perché, alla fine, non si possa tornare a un’agognata semplicità.