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Oggi, 27 gennaio 2021, è la Giornata della Memoria ed è bello constatare che i libri sono le radici di una storia che tratteniamo con la consapevolezza che solo attraverso il racconto riusciremo a trasmettere la verità di ciò che è successo con l’Olocausto anche quando tutti i testimoni diretti non ci saranno più.
Uno di questi libri è ‘W o il ricordo di infanzia’ di George Perec, romanziere famoso per ‘La vita istruzioni per l’uso’ e per la sua capacità di giocare con la scrittura costruendo grandi puzzle narrativi.
‘W’ è giocato su due piani narrativi che si alternano.
Nel primo l’autore tenta di recuperare frammenti della sua infanzia di ‘salvato’ nella Francia occupata dai nazisti. Suo padre è morto al fronte nei primi mesi di conflitto, sua madre morirà nei campi senza che il suo corpo venga mai identificato. George si salverà, perchè il suo nome polacco è fin dall’inizio francesizzato in Perec e quindi potrà passare per cattolico. Ma ad essere sommersi non sono solo i suoi genitori ma la sua stessa memoria. I ricordi di infanzia sono frammenti incerti, in cui tutto è precario. Perec è un uomo che non ha un’infanzia.
Nel secondo piano narrativo viene raccontata la distopia di un’isola dedita esclusivamente allo sport, dove le olimpiadi di svolgono ogni mese e la competizione nelle gare d’atletica è l’ideologia totalitaria di questa piccola comunità. Un racconto che Perec ci dice di aver iniziato a concepire subito dopo la guerra. Sarà vero? È una delle sfide lanciate al lettore.
‘W’ è un libro che ti avvicina alla catastrofe passo dopo passo, che precipita nella tenebra della storia distorcendo uno dei miti che più di tutti venne esibito, distorcendolo a sua volta, dal nazismo: il trionfo del corpo in salute nello spirito olimpico, che aveva avuto il suo apogeo nelle olimpiadi berlinesi del 1936, anno di nascita dell’autore.
In ‘W’ il tema dell’identità e del doppio si intrecciano con quelli dell’ingegneria sociale, in una spirale che ha la forza di una rivelazione. Come nel film ‘Train de vie’ la dura realtà della storia è la forza che infrange ogni illusionismo.
Ristampato da Einaudi nel 2018, con una bella e accurata introduzione di Andrea Canobbio, ‘W o il ricordo di infanzia’ ha tutti i crismi per essere un grande classico del ‘900: un feuilletton (così lo pensò originariamente Perec, che infatti lo fece pubblicare a puntate) dove anche la shoa viene rappresentata nella sua assenza e nelle assenze che ha creato; dove la letteratura colma una lacuna. Perchè la giornata della memoria è di per sè la sconfitta dell’incubo totalitario nazista: non sono riusciti a cancellare tutte le storie.
‘W’ è un il meraviglioso rammendo di una lacerazione del tempo.