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Rivendicare la dignità del lavoro liberato dallo sfruttamento: questo era, è sempre stato ed è il valore del Primo Maggio.
Perché il lavoro non è liberato dall’evoluzione tecnologica, dalla distruzione creatrice o dalle transizioni, ma dall’affermazione della donna e dell’uomo.
Agli albori della Silicon Valley, quando Amazon ancora non c’era, Douglas Coupland ci raccontò i “Microservi”: servi della precarietà, delle illusioni di autonomia, della maschera – in questo caso sgargiante – del capitale.
In questo romanzo l’autore che era diventato famoso per “Generazione X” ci svelava le dinamiche di alienazione di un gruppo di nerd usciti dalla Microsoft, con l’illusione che la creatività e le idee possano bastare per fare successo da soli. Ci raccontava anche la storia della generazione dei padri – che poi sono i nostri padri – spazzati via dalle nuove industrie con la loro fame di mobilità e precarietà.
