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Ci sono romanzi da cui ti aspetti una cosa e quello che trovi è non solo molto diverso, ma straordinariamente più interessante di ciò che ti aspettavi. É quello che mi è successo con l’esordio letterario della scrittrice coreano-americana Esther Yi “Y/N” (e/o, 2023, nella efficace traduzione di Tiziana Lo Porto): un libro che lascia il segno, di cui ho sottolineato decine di frasi e passaggi e che se il tempo fosse infinito ricomincerei già a leggere.
La trama, in breve
Una ragazza coreana, che scrive testi per la pubblicità a Berlino, si innamora di Moon, il componente di una boy band di K-Pop, entrando nel vortice del fandom. Vi si immerge così tanto da iniziare a scrivere racconti su una piattaforma di fan fiction, storie in cui il lettore può inserire il proprio nome (Y/N, ovvero your name) e interagire con Moon in una dimensione totalmente immaginifica. Ma alla protagonista non basta: frustrata dal suo difficile rapporto con il filosofo Masterson, parte per Seul per incontrare Moon, che intanto ha lasciato il gruppo ed è scomparso. É l’inizio di un viaggio in cui tutto può accadere, sempre in bilico tra il desiderio di conoscere il proprio mito e la paura che l’incontro infranga la purezza del sogno. Ma un viaggio che va portato a termine, a tutti i costi.
L’ossessione, anche estrema, per la celebrità è un tema che nasce con la cultura di massa e passa per gli svenimenti ai concerti dei Beatles, ed Esther Yi descrive molto bene il cambio di scala determinato dalla pervasività dei social. Ma la storia di “Y/N” va molto oltre, per almeno tre buoni motivi.
1. Non c’è niente di più reale del virtuale dei nostri desideri
“Y/N” ci racconta come possa essere profondo un mondo che in molti ritengono superficiale. La fan protagonista del romanzo non voleva nemmeno andare al concerto della band, ma la fascinazione totalizzante in cui cade è l’innesco per indagare sé stessa. Il cosplay, le ore passate davanti ai video di Moon, i racconti your name sulla piattaforma di scrittura riempiono una vita incerta e piena di lacune e pongono alla fan un quesito esistenziale: “Ero stanca di viaggiare. Quello che volevo era qualcuno o qualcosa da seguire“. Con una scrittura a volte cerebrale ma molto densa e sempre al servizio dei suoi personaggi. Esther Yi ci presenta in meno di 200 pagine una millennial molto più reale di tanti stereotipi a cui decidiamo di credere.
2. Luoghi e personaggi ipermoderni e indimenticabili
Lo ammetto: a volte sembra di leggere Thomas Pynchon, quello di “V” e de “L’incanto del lotto 49”, ma al posto del postmoderno c’è l’ipermodernità, incarnata soprattutto da Seul, Qui la protagonista si muove tra personaggi bizzarri, glamour e perturbanti e scenari dove occidente e oriente si fondono in qualcosa di totalmente nuovo. L’apice si raggiunge nella Plygon Plaza, un palazzo mondo dove vive la band K-pop insieme alla loro incredibile e misteriosa mentore, e la casa di riposo per sole tre persone alla volta in cui forse si nasconde Moon: due luoghi pieni di sorprese, come chi li abita, e indimenticabili per chi legge.
3. Vite allo specchio
Oltre che alla protagonista la storia gira intorno alla misteriosa “O”, operaia disoccupata e aspirante pittrice. Le due donne metteranno alla prova le loro identità ,scambiandosele e specchiandosi l’una nell’altra; allungando e accorciando le distanze dalla vita vera, in cui “O” sembra essere sempre ben salda e pronta ad accogliere l’amica nel caso si perdesse. “Y/N” è sia la storia di un amore forse impossibile e proprio per questo irresistibile che la storia di un’amicizia indispensabile. Insomma: la vita, quella che i grandi romanzieri sanno raccontare.