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La Ragione di Stato è un collettivo nato nel 2018 e che si occupa, per sua stessa ammissione “di sport (in particolare di calcio), di vicende politiche nazionali e del loro fantozziano connubio”. Lo fa nei teatri e, soprattutto, sui social: le brillanti ed esilaranti pagine Facebook e Instagram de La Ragione di Stato sono seguite da decine di migliaia di follower e prima o poi doveva scapparci un libro. “Dov’è la vittoria – L’Italia ai Mondiali defgli anni Novanta” (66thAnd2nd, 2022) è uscito ad agosto del 2022, quando ormai gli italiani sapevano che per la seconda volta consecutiva avrebbero visto i Mondiali del Qatar solo in televisione, dopo l’umiliante sconfitta contro la Macedonia del Nord.
Stefano Mondi e Matteo Santarelli hanno reagito al lutto di questa nazione di 60 milioni di CT e di tifosi da divano e tastiera rievocando i Mondiali degli anni ’90, quelli che si svolsero nel decennio in cui la Serie A era il Campionato più bello del mondo (altro che la Champions) e le compagini azzurre erano imbottite di campioni che però… non vinsero nulla. Non solo: per tre edizioni consecutive, da quella casalinga delle Notti Magiche del 1990 a quella francese del 1998, passando per la finale di Pasadena di Usa 1994, perdemmo ai calci di rigore, nel ripetersi periodico di un melodramma dell’eccesso dell’amore e dello sconforto.
In quest’estate di poche gioie (la finale, persa, del Mondiale Under 20) e molti dolori (l’eliminazione dell’Under 21 agli Europei con la conseguente estromissione per la quarta volta di fila dalle Olimpiadi) leggere questo libro è un meraviglioso gioco estivo, che ci fa commuovere, sorridere e anche un po’ pensare.
Tre Mondiali e tre buoni motivi per leggerlo
1Gli anni ’90 sono il decennio in cui il calcio è il detonatore del fenomeno Gialappa’s band. Molti toglievano l’audio alla tv per ascoltare le radiocronache del trio di voci che ha letteralmente inventato un linguaggio. La Gialappa’s faceva ridere con i neologismi, il surrealismo e con acrobazie comiche che usavano una grande cultura in modo accessibile. La Ragione di Stato deve molto a quel modello e lo aggiorna ai ritmi dei social. Questo libro, divertente, acuto e mai banale, dimostra una capacità di scrittura notevole anche fuori dalla sintesi dei post, terreno di caccia abituale del collettivo. Rinnova una tradizione e ci fa tirare un sospiro di sollievo: ci divertiremo a lungo.
2“Dov’è la vittoria” parla di pallone, ma usa il pallone per parlare del Paese. Non c’è verso: questo è lo sport nazionale, e poche cose come il calcio possono spiegare l’Italia della Prima Repubblica – il Mondiale del design kitsch, delle mazzette e dei morti nei cantieri degli stadi – quella berlusconiana – USA ’94, con il novissimo Arrigo Sacchi in panchina e Tassotti a menare gomitate impunite in area di rigore – quella dell’Ulivo – Francia ’98, con l’equilibrio instabile tra talento e tradizione -. In nessun paese fuori dal Sudamerica politica e football sono così aggrovigliati in un grottesco connubio, che La Ragione di stato mette a nudo, con il ghigno della grande satira.
3Questo libro ha un grande pregio: anche se è stato scritto nel 2022, lo potremo leggere all’infinito, senza annoiarci. Perché declina l’epica del calcio in racconto; perché rispetta i miti ricordandoci che si imprimono nella memoria collettiva soprattutto gli eroi casuali, folli e improbabili come il Totò Schillaci della copertina; perché fanno di uno sport e della sua manifestazione più importante un mondo. Di cui una volta eravamo protagonisti, anche nella cattiva sorte, e in cui non vediamo l’ora di tornare.