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Se dico «Amami Alfredo» cosa vi viene in mente? Certo, la “Traviata” di Giuseppe Verdi. O forse sono io che sono fissata con l’opera e mi sembra una domanda facilissima.
E dunque, quando ho visto la prima volta la “Traviata” di Verdi a teatro mi sono emozionata per le voci dei protagonisti, ho guardato con ammirazione i costumi bellissimi e fatto finta di non piangere alla fine. Tornata a casa con gli occhi che brillavano (c’è chi dice che non ci sia amore più romantico di quello bruscamente spezzato), non potevo non mettermi alla ricerca del libro a cui Verdi si era ispirato: “La signora delle camelie” di Alexandre Dumas figlio.
Ecco tre buoni motivi per leggerlo:
1 Perché il libro non è solo alla base della “Traviata” ma anche del filone a cui appartengono tantissime storie d’amore sfortunate della letteratura e del cinema (giusto per citarne una, “Moulin Rouge”).
2 Perché per scrivere di Margherita (la Violetta della “Traviata”), Dumas si è ispirato a una donna realmente esistita, ovvero Marie Duplessis, una delle cortigiane più famose della Parigi dell’epoca. Come Margherita e Violetta, anche Marie (all’anagrafe Alphonsine Plessis) ebbe una vita tormentata e morì giovane di tisi.
3 Perché dal libro traspare tutta la bellezza, l’allegria e la vivacità della Parigi dell’800, città sempre affascinante, ma forse nel XIX secolo un po’ di più.