Tre buoni motivi per leggere “Il trono vuoto” di Roberto Andò

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5 out of 5 stars (5 / 5) Geniale elogio della follia e delle scelte coraggiose e “pazze” in politica


Ho apprezzato davvero tanto “Il trono vuoto” di Roberto Andò (Bompiani, 2012) da cui è stato tratto successivamente il film “Viva la libertà” con un eccezionale Toni Servillo.

La trama: il segretario di partito Salvatore Olivieri, grigio dirigente depresso, dopo il crollo dei sondaggi, decide di fuggire. In preda al panico, il suo più fidato collaboratore e la moglie, per non rivelare la verità che costituirebbe l’ennesima batosta, decidono di sostituire Salvatore con il gemello, filosofo geniale segnato da disturbo bipolare e già ricoverato in ospedale psichiatrico. Il risultato sarà esilarante, e bellissimo.

Ecco tre buoni motivi per leggerlo:

1 È un elogio delle scelte coraggiose e “folli” in politica, forse tutto sommato proprio quelle che la gente si aspetta, e che tardano sempre così tanto ad arrivare.

2 È un ritratto impietoso ma anche fresco e ironico della classe dirigente della politica italiana dei giorni nostri. Impossibile non paragonare i due fratelli a tanti personaggi della scena politica attuale.

3 Vale la pena leggere il libro solo per i botta-risposta paradossali, filosofici e pieni di ritmo tra il filosofo/segretario e i suoi interlocutori (in primis, i giornalisti stupiti dal radicale cambiamento dell’uomo).