Tempo di lettura: 2 minuti
Giorgia Benardini è una giornalista sportiva (collabora tra le altre con la testata online “Ultimo uomo”, di cui abbiamo recensito le raccolte “Rivali” e “La caduta dei campioni“) e “Area piccola” (Marsilio, 2023) è il suo esordio narrativo. Un romanzo dedicato al basket femminile, una delle tante discipline etichettate come sport minore, che ho letto con lo sguardo attento che dedico sempre alla letteratura di ambientazione sportiva. É un ottimo lavoro, che merita di trovare lettrici e lettori e che spero davvero non sia trascurato come lo sport che racconta.
La trama, in breve
Chris e Claudia giocano a pallacanestro. Chris è figlia di Viola, che è un grande architetto. Un giorno Viola se ne va, lasciando la sedicenne Chris da sola a Follonica, per fare carriera a Milano. Claudia è figlia di Nadia, che è stata una campionessa del parquet. A Chris non rimangono che il basket e Nadia, che è la sua allenatrice e la apprezza ancor più di Claudia, che forse alla pallacanestro preferirebbe un’adolescenza come quella delle altre ragazze e che sicuramente vorrebbe essere Viola. Un ritiro in nazionale giovanile e le finali playoff scudetto della squadra di La Spezia in cui intanto è approdata Chris scandiscono le vicende di quattro donne messe di fronte ai bivi della vita, quando ogni scelta è come un ultimo tiro decisivo che balla sul ferro di un canestro.
Tre buoni motivi per leggerlo
Nel basket, l’area piccola è un settore colorato sotto il canestro in cui un giocatore non può restare più di tre secondi, come tre sono i buoni motivi per leggere il romanzo di Giorgia Bernardini.
1Molto spesso, nella letteratura di ambientazione sportiva, il momento agonistico serve da palcoscenico per rappresentare le idee e i sentimenti dei protagonisti. In ‘Area piccola’ la dimensione quotidiana di chi pratica sport e la considerazione che il mondo esterno ha di quello sport sono una delle tematiche principali del romanzo. Giorgia Bernardini ci fa vedere che quello che per molti è sport minore, è in realtà non solo decisivo per chi lo pratica, ma comporta lo stesso livello di dedizione e di affinamento del gesto tecnico e fisico delle discipline più seguite. Capiamo così che per un atleta non conta quanto il pubblico sia numeroso o quale sia la posta in gioco: conta avere un pubblico e giocare bene. In questo forse siamo di fronte a un libro unico, e quindi prezioso.
2‘Area piccola’ è una storia di donne, dove i maschi o sono assenti, o sono ai margini o sono più o meno sbagliati. Chris è indubbiamente la protagonista, ma è una figlia determinata dal rapporto con sua madre, con Claudia e Nadia e con le sue compagne di squadra. É soprattutto in palestra e negli spogliatoi, ma anche in quegli straordinari momenti extratemporali tra una partita e l’altra, che si sviluppano le dinamiche di solidarietà e conflitto che troviamo spesso banalizzate in tanti resoconti e racconti superficiali e che invece Giorgia Bernardini restituisce con sincerità, passione e una scrittura che coniuga semplicità e coinvolgimento, con una grande capacità di raccontare i momenti agonistici.
3Forse l’unico libro che in qualche modo ricorda ‘Area Piccola’ è ‘La regina degli scacchi‘ di Walter Tevis. Entrambi sono romanzi di formazione di una giovane donna; entrambi affrontano il tema della “pressione“, che gli atleti vivono in modo esplicito ma che è la grande questione esistenziale delle società fondate sui miti del successo e della performance, come dimostra la storia della mamma di Chris. Entrambi, infine, portano le loro protagoniste ad esplorare e scoprire loro stesse attraverso l’affinamento del loro corpo e della loro abilità, accompagnandole dove possono scegliere di essere libere: alla fine di un incontro e all’inizio di quello successivo