Tre buoni motivi per leggere “Il velo strappato” di Carmen Bin Laden

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La dolorosa testimonianza di una donna diventata parte di una famiglia tristemente famosa


Quando parlo di questo libro, la prima domanda che mi viene rivolta è: «Ma quei Bin Laden». Sì, quei Bin Laden. Quelli di Osama, per intenderci.

Carmen Dufour, nata da padre svizzero e madre iraniana, è stata sposata dal 1974 al 1988 (ottenendo però il divorzio solo nel 2006, dopo una lunga battaglia) con Yeslam Bin Laden uno dei tanti, tantissimi, fratelli di Osama. Nel 2004 ha pubblicato “Il velo strappato” (Piemme) in cui racconta la sua storia d’amore, iniziata tra l’America e la Svizzera, diventata poi un incubo con il trasferimento in Arabia Saudita, fatto di radicalizzazione, sottomissione e violenze psicologiche.

Ecco tre buoni motivi per leggerlo:

1 Ormai storie come queste non si contano più, grazie al coraggio di tutte coloro che hanno voluto parlarne e scriverne. Ma nel 2004, appena tre anni dopo l’attentato delle Torri Gemelle, non conoscevamo ancora così a fondo il volto più radicale dell’Islam. Non erano poi tante le donne che denunciavano pubblicamente, e l’argomento – prima del 2001 – non suscitava ancora così tanto interesse.

2 Allacciandomi al punto 1, potrei dire che dunque il racconto di Carmen Bin Laden ha rappresentato per certi versi qualcosa di nuovo. Soprattutto anche perché la testimonianza non veniva da una donna qualunque, ma dalla cognata di Osama Bin Laden. Dunque, oltre alle parole di una donna che affronta il lato più radicale dell’Islam, si trova anche l’estrema attualità e, certo, la curiosità di saperne di più su una delle famiglie tristemente più famose del mondo. Anche se in realtà si scopre, leggendo il libro, che Carmen ha incontrato ben poche volte Osama, mentre il resto della famiglia, il contesto in cui il terrorista è cresciuto, lo ha conosciuto piuttosto bene.

3 Perché alla fine Carmen riesce a riscattarsi e a trovare la forza per andarsene dal clan Bin Laden (cosa che forse non tutte le donne saudite hanno i mezzi per poter fare) soprattutto pensando alla sorte e al futuro delle sue tre figlie.