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Ho avuto modo di conoscere e intervistare Francesco Poggio tempo fa: mi aveva colpito la sua storia, il fatto che utilizzasse l’arte (e una buona dose di ironia) per combattere i pregiudizi sulla disabilità. Perché Francesco, 24 anni, ha un fratello disabile fin dalla nascita, Filippo, e non è sempre facile – anzi, direi che è pressoché impossibile – immedesimarsi e capire certe dinamiche a meno di non farne parte. Francesco adesso ha scritto un libro, “Da grande farò il fermaporta”, edito da Eidon, in cui racconta il suo rapporto con Filippo e l’ho letto con piacere.
Ecco tre buoni motivi per leggerlo:
1 Perché è ironico. Fortemente ironico (e si capisce già dal titolo), e politicamente scorretto: d’altra parte, Francesco e Filippo hanno un rapporto bellissimo e vero come quello di tutti i fratelli che si vogliono bene. Si fanno gli scherzi, ridono a crepapelle. Ma non solo: Francesco riesce a rendere divertenti tutte le “tragicomiche” affermazioni delle persone che danno consigli non richiesti e parlano a sproposito di suo fratello. E tanto altro.
2 Perché nonostante le risate è un libro che fa riflettere, ma attenzione, senza pietismo, senza vittimismo, senza retorica. Anzi, Francesco non sopporta coloro che trattano Filippo in modo compassionevole (e immagino che si salvino ben poche persone, facciamoci tutti un bell’esame di coscienza e pensiamo a tutte le volte che abbiamo parlato a un disabile con la vocina come se stessimo parlando a un bambino piccolo. Ci siamo capiti). Ma d’altronde, chi non ci passa non lo sa – dopo aver letto il libro forse lo saprete un po’ di più – e quello della disabilità è un mondo che solo di recente sta uscendo un po’ di più dai tabù.
3 Perché Francesco parla a cuore aperto e svela – sì, lo dice proprio lui – “tutte le risposte alle domande che avreste voluto farmi sempre e non mi avete mai fatto” a proposito di Filippo e del loro rapporto. Beh, sempre con ironia, ovviamente (e sì, comunque, aiuta a capire molte cose).