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Come si modificano i gusti nel tempo, e perché? Come cambia il nostro modo di mangiare? Come nascono alcune abitudini culinarie che ci accompagnano tutt’oggi, e per quale motivo?
Andrò direttamente al sodo: tempo fa al Salone del Libro di Torino allo stand di Rai Libri ho trovato una collana di libri interessantissimi uscita con Repubblica a cura di Alberto Angela, “Genio”, nata con l’intenzione di ripercorrere la storia delle scoperte che hanno cambiato il corso della nostra vita. In quel contesto la loro vendita era stata riproposta singolarmente e non mi sono fatta scappare l’occasione. Ho comprato il libro dedicato alle trasformazioni del cibo, “Gusti”, e quello sulla storia del commercio che poi leggero.
Ecco tre riflessioni:
1 Il libro – che consiglio agli appassionati di antropologia – è molto bello perché racconta l’evoluzione del cibo dalla preistoria a oggi. Ma la storia è fatta soprattutto di cambiamenti, con le loro spiegazioni, e curiosità. È molto arricchente e appassionante e alla fine spiega anche molte cose che non riguardano direttamente il cibo, ma che comunque hanno a che fare con l’alimentazione. Il perché di certe malattie (e addirittura del loro nome) ad esempio, oppure come il nostro corpo sia cambiato con la qualità di quello che mangiamo. E ancora quando sono nati i veri ristoranti? E la pizza? Come si mangiava nelle diverse epoche e come sono cambiati non solo gli ingredienti ma anche proprio i nostri gusti?
2 Come sempre nell’antropologia è tutto collegato. E dunque non è un libro che si ferma solo al cibo. Si parte da qui, da qui si arrivano a spiegare fenomeni anche molto diversi legati alla storia dell’uomo e alla sua evoluzione. Si parte dal cibo per arrivare a parlare di storia, di conquiste, di commercio, di malattie, di come sia cambiata la struttura fisica del nostro corpo e di come certi cibi siano diventati tabù. Insomma, gastronomia a parte, il libro parla molto di quello che eravamo, chi siamo e dove siamo diretti.
3Nel libro c’è tutto lo stile divulgativo di Alberto Angela e dei suoi collaboratori: una delle cose che più mi piace dei suoi libri è che si vede che, chi li scrive, si diverte ed è a sua volta animato da grande curiosità. Il libro è semplice e adatto a tutti, una lettura davvero bella, che prende spunto a sua volta da lavori e testi di altri studiosi (ho apprezzato tantissimo la citazione di “Armi acciaio e malattie” di Jared Diamond, che sto leggendo), rendendoli appetibili a tutte le categorie di lettori.