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Se anche Liliana Segre (di cui Einaudi ha appena pubblicato il discorso al Senato della Repubblica del 13 ottobre 2022 con il titolo “La stella polare della Costituzione”), si è posta dei dubbi sulla possibilità che l’Olocausto possa continuare ad essere un elemento centrale dell’identità europea, una riflessione sul Giorno della Memoria si impone come attuale e decisiva.
Il fatto è che man mano che le fila dei testimoni diretti e dei sopravvissuti si assottigliano, il compito di preservare la verità di ciò che è successo si trasferisce agli storici più che a qualunque altra categoria.
Se eludiamo l’importanza e le responsabilità della storia, il rischio è quello di ridurre il Giorno della Memoria ad una rassegna di opere artistiche che, anche le migliori, potrebbero col tempo essere sganciate dai fatti, farsi museo, perdendo di efficacia. Proprio come la retorica dei necessari discorsi ufficiali, compresi quelli sinceri. O, peggio, il Giorno della Memoria potrebbe ridursi a una semplice ricorrenza del calendario, tra la Giornata dell’Abbraccio e il Blue Monday.
Peraltro la storia dell’Olocausto, dell’ideologia che l’ha prodotto, delle logiche organizzative con cui è stato condotto, delle sue cause e delle sue conseguenze continua ad essere arricchita da studi sempre più approfonditi che esplorano dettagli sino ad oggi trascurati o che emergono grazie all’accesso a nuove fonti. Nello stesso tempo le modalità con cui esercitiamo il ricorso producendo monumenti, film, memoriali, musei non sono neutri e univoci, ma dipendono dalla nostra posizione nella storia e da come ci vediamo nel presente e nel futuro. La memoria non è mai neutra, anche se spesso ci piace pensare che sia così. La memoria è scelta e selezione di ciò che si vuole ricordare in maniera particolare, mentre la storia è una disciplina di conoscenza.
Quindi per questo 27 gennaio 2023 vogliamo proporre tre libri di storia forse passati un po’ inosservati rispetto alla loro accuratezza e alla loro importanza.
1 Johann Chapoutot: “Nazismo e management. Liberi di Obbedire” (Einaudi 2021): Chapoutot è forse il miglior storico attuale del nazismo, su cui ha scritto monografie di ampio respiro e testi di microstoria notevoli. In questa seconda categoria rientra questo piccolo ma sconvolgente libro, in cui si racconta la storia di Reinhard Höhn, un generale delle SS che dopo la guerra fondò e diresse una scuola di management che formò centinaia di migliaia di dirigenti e quadri aziendali. Insegnando la governance nazista. Perchè il nazismo è stato anche questo: un metodo. Raccontandoci una delle tante storie di denazificazione mancata, Chapoutot apre uno spiraglio su qualcosa di più profondo che fa ombra anche al nostro presente, perché la banalità del male si fondava su procedure raffinati e audaci, che abbiamo fatto finta di non vedere.
2 Frida Bertolini: “Gli inganni della memoria. Testimonianza, falsificazioni, negazioni” (Mimesis, 2016). I testimoni sono sempre affidabili? No. A volte i testimoni mentono? Può succedere, sia intenzionalmente che no. L’errore di un testimone cambia la verità dei fatti? Un testimone smascherato può dare ragione, nel caso dell’Olocausto, alle argomentazioni dei negazionisti? Sono le domande a cui risponde Frida Bertolini in questo bellissimo volume che, analizzando casi molto famosi di “false storie” o presunte tali, smonta i miti del relativismo culturale e pone il rigoroso lavoro dello storico come presidio dei fatti. E quindi della memoria.
3 Keith Lowe: “Prigionieri della storia. Che cosa ci insegnano i monumenti della seconda guerra mondiale sulla memoria e su noi stessi” (Utet, 2021). Un viaggio straordinario attraverso tutto il mondo, dalla Russia ad Israele, dalla Germania agli Stati Uniti, dall’Italia alla Cina, dal Giappone alla Francia alla Corea del Sud. Come si ricordano i vincitori e i vinti, le vittime e i carnefici? Cosa significano e cosa dicono di chi li ha progettati ed eretti statue, memoriali, installazioni, musei? In quest’epoca di cancel culture i monumenti delle nostre piazze parlano del passato o del presente? Corredato da un completo apparato iconografico e con una capacità di approfondimento davvero strabiliante, questo è un libro di storia che tutti dovremmo leggere per capire il Giorno della Memoria, e per non tradirlo.