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Lo ammetto, appena ho visto la copertina di questo libro sul web (specifico che il sottotitolo è “10 anni su Facebook tra cittadini e leoni da tastiera”) non ho potuto fare a meno di acquistarlo, sapendo che mi avrebbe regalato grandi soddisfazioni.
L’autore, Davide Ferrari, è il sindaco di un piccolo comune, come quello nel quale vivo e lavoro come giornalista. E, anche se il mio mestiere è diverso dal suo, seguo la politica locale, i consigli comunali, tutte le relative polemiche e le lamentele dei cittadini. Alcune giuste e legittime, altre che rispecchiano molto il tenore dei messaggi esilaranti, tragicomici, a tratti grotteschi, che riceve anche il sindaco su Facebook. Tanto che potrei scriverne un libro anche io, penso. Si va dagli ingenui disinformati ai leoni da tastiera: il raggio è davvero molto ampio (si va da «non puoi scrivere che X è un corrotto? anche se non hai le prove… te le inventi!» alle missive indignate perché non ho scritto un’inchiesta su quell’albero che – anche se gli agronomi, i tecnici, le associazioni e i giardinieri dicevano che era da tagliare – per “laggente” era da tenere).
Ecco tre motivi per leggere “Signor sindaco, domani pioverà?” (Astragalo, 2019):
1 Perché chiunque bazzichi quel guazzabuglio di nome Facebook si sarà imbattuto almeno una volta (specie nei gruppi dedicati alle comunità locali, del tipo di “Sei di… se”) in richieste assurde, polemiche strampalate, commenti fuori dal mondo scritti spesso anche con toni decisamente sgarbati o minacciosi, che ti fanno venire voglia di solidarizzare con tutti i malcapitati sindaci d’Italia. Beh, d’altronde quando sei costretto a dedicare un intero capitolo alle cacche dei cani, perché a leggere sul web paiono il primo e insormontabile problema di ogni (primo) cittadino…
2 Perché non è solo una collezione dei messaggi più esilaranti che i primi cittadini ricevono sui loro profili Facebook: spiega anche alcune cose su cui i sindaci possono e non possono intervenire, spiega anche che alcune cose sono purtroppo necessarie (come l’abbattimento di un albero ormai compromesso) e spiega anche che purtroppo nessuno ha la bacchetta magica per risolvere tutti i problemi del mondo in un paio di giorni, anche se sappiamo bene che questa chiaramente non può essere una scusa che dura per sempre. Insomma, un piccolo manuale che tutti i “leoni da tastiera” dovrebbero leggere. Ma tanto sappiamo che non lo leggeranno (altrimenti non sarebbero “leoni da tastiera”) e dunque continueremo combatterli con la cultura e, sì, anche con un po’ di sane risate.
3 Perché – e questo è stato un tocco di classe – visto il tenore dei messaggi che riceve, soprattutto dal punto di vista della grammatica e della sintassi, l’autore ha deciso di donare parte del ricavato alle scuole elementari del suo paese, e di ogni paese in cui il libro verrà venduto. Grazie.