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Le Olimpiadi di Parigi si stanno avviando alla fine. Chi le ha seguite con passione, calandosi dentro le emozioni che ci hanno regalato, sa già che da domenica arriverà la malinconia e inizierà l’attesa per Los Angeles 2028. Perché le Olimpiadi, quando finiscono, ti mancano.
Ma intanto le pagine del grande libro dello sport si sono riempite di storie che rimarranno nel tempo, di cui si parlerà nei decenni e oltre e di cui magari leggeremo un giorno un libro o vedremo un film.
Sono state già le Olimpiadi della riscatto della ginnasta Simone Biles, che dopo le cadute di Tokyo si è rialzata non solo per sé ma anche per tutte le ginnaste. Su Simone Biles è uscito su Netflix, prima di Parigi, il bellissimo docufilm “Simone Biles Rising: verso le Olimpiadi”, che consigliamo insieme ai libri sul cadere e il rialzarsi di cui abbiamo parlato nel nostro blog.
Sono state le Olimpiadi che forse segneranno la fine di carriere straordinarie, come quelle del nostro nuotatore Gregorio Paltrinieri o del tennista spagnolo Rafa Nadal. Atleti che dovranno dare un senso alla loro vita a un’età in cui di solito le nostre vite iniziano: una sfida più dura di qualunque gara o partita e di cui parla Geoff Dyer nella sua bellissima e gradevolissima opera tra il reportage e il memoir “Gli ultimi giorni di Roger Federer e altri finali illustri” (Il Saggiatore, 2023) e che troviamo in molti dei racconti di Francis Scott Fitzgerald, alcuni poco noti, pubblicati nella raccolta “Fuori dai giochi” (66thand2nd, 2014).
Sono state le Olimpiadi di personaggi che hanno smitizzato l’ansia da prestazione e lo stress competitivo che i Giochi ormai impongono, come il tiratore con la pistola turco Yusuf Dikec, che grazie ai meme è diventato il simbolo di uno sport più liberato, dove riemerge la dimensione del gioco, come è stato per la nazionale di Basket italiana di Atene 2004 raccontata da Marco Gaetani in “Argento vivo. L’Italbasket da Euro 2003 alle Olimpiadi”.
Storie di destini che si incrociano e si snodano nello sport che è bello leggere anche per dare il giusto valore a imprese che non stanno nei risultati – come troppi insistono a pensare, considerando le sconfitte un disonore – ma nella ricerca di un sogno, di una possibilità. Storie come quelle raccontate da Marco Fantasia nel suo “Golden Set” (DFG, 2024). E proprio Marco Fantasia vivrà domenica come giornalista la finale olimpica delle ragazze del volley: un sogno, non un’ossessione.
E se si vuole capire cosa voglia dire essere un atleta, come è vivere nella dimensione totalizzante dell’allenamento in attesa di una manciata di minuti che potrebbero cambiare la tua vita, il libro più significativo è “Il professionista” di W. C. Heinz (Giunti, 2012): la storia dell’allenamento di un anonimo pugile che si è conquistato il diritto ad essere lo sfidante per il titolo mondiale della sua categoria.
Sono tante storie, vero? E da cui a domenica, quando la fiaccola olimpica si spegnerà a Parigi, ce ne saranno ancora altre: perché le storie non si spengono mai.