Calcio, economia e potere: tre libri per capire come i mondiali siano arrivati in Qatar

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I Campionati del Mondo di Calcio in Qatar conoscono i primi due giorni di pausa, prima dell’avvio dei quarti di finale, e ormai le questioni aperte da questo evento discusso e discutibile sono ormai delineate. E pulsanti.

Proviamo a riassumerne alcune. È il primo mondiale letteralmente acquistato dal Paese organizzatore, piegando la FIFA alle esigenze di marketing politico dell’Emirato che, come i suoi vicini, usa lo sport per costruire il proprio status geopolitico. È il primo mondiale dove buona parte del pubblico è “noleggiata”, ovvero sovvenzionata dal Paese organizzatore che è privo di qualsiasi tradizione calcistica e di una nazionale minimamente decente (come si è visto sul campo). È il primo mondiale, dunque, dove la dimensione sportiva coincide quasi completamente con quella di intrattenimenti/spettacolo. Un mondiale quasi smaterializzato dove, quando finiscono le partite, non c’è niente da raccontare, anche perché ciò che andrebbe raccontato è censurato.

Ma la domanda vera, a questo punto, è: come siamo arrivati a tutto questo? E quanto ci abbiamo messo ad arrivarci? Molte delle risposte sono in tre libri che consigliamo anche ai non appassionati del calcio come sport ma che vogliono capirne l’importanza nell’economia e nella società.

1“Goal Economy – Come la finanza mondiale ha trasformato il calcio”, di Marco Bellinazzo (Baldini & Castoldi, 2015). L’autore, giornalista de ‘Il Sole 24Ore’, scrive questo libro quando i mondiali 2018 e 2022 sono già stati assegnati alla Russia di Putin e al Qatar, e quando il Qatar è già proprietario del Paris Saint Germain. Le economie emergenti da molto tempo investono in un calcio finanziarizzato e globalizzato, dove le società sono quotate in borsa e dove i fondi di investimento sono ormai i proprietari più diffusi. Basta guardare gli sponsor (e le compagnie aeree degli Emirati sono numerose) sulle magliette e leggere le pagine dei giornali sportivi (anche in Italia in questi giorni), dove i numeri dei bilanci fanno spendere più parole delle tattiche. I calciatori sono brand e i campionati principali, tra cui la Serie A, sono, brutalmente, un mercato. Spietato e molto volatile, che usa i sogni di miliardi di persone per fare soldi con i soldi. Un’inchiesta accurata, spesso raggelante e scritta molto bene, che spiega come questo mondiale sia un traguardo che viene da lontano. E da noi.

2“Calcionomica – Economia, segreti e curiosità del calcio mondiale”, di Simon Kuper e Stefan Szymansky (Il Saggiatore, 2019). I due autori, uno scrittore e un economista, sono nati in Africa (in Uganda e in Nigeria) ma vivono e lavorano in Gran Bretagna e in USA. Il loro libro apre nuove prospettive della storia del football, con uno stile vivace che appassiona e accompagna il lettore dietro le quinte dello sport più popolare al mondo. Con la lettura scopriremo o capiremo molte cose, come il perché le più forti squadre europee del ‘900 fossero in città industriali e perché se i soldi per vincere sono decisivi, i soldi spesi per vincere non sono quasi mai un buon affare per chi li spende. Simon Kuper è autore anche del bellissimo “Calcio e potere”, che racconta il rapporto tra i dittatori (e non solo) e il pallone. Purtroppo venne pubblicato dalla scomparsa ISBN e speriamo che possa essere ristampato.

3“Atlante della cultura- Da Netflix allo Yoga: il nuovo soft power”, di Antoine Pecqueur (Add, 2021). Un volume dall’impaginazione originale, dove la grafica attrae restando sempre al servizio del contenuto. Un libro ricchissimo di grafici e di mappe che compie un viaggio intorno al mondo per capire come la cultura sia oggi uno dei maggiori investimenti geopolitici. Le nazioni hanno sempre usato la cultura come soft power (pensiamo a Hollywood o ai manga e i videogiochi), ma negli ultimi anni gli attori in campo si sono moltiplicati. Scopriremo quindi che mentre gli Emiri si comprano le squadre di football europee, i grandi musei come il Louvre aprono succursali negli Emirati. Scopriremo come la Cina stia conquistando il mercato internazionale dell’arte, come Putin usi da tempo lirica e balletto per il suo potere e come l’India stia esportando lo Yoga nell’ambito di una strategia nazionalista. Nel libro di Pecqueur non si parla di calcio e di sport, probabilmente perché non viene fatto rientrare (sbagliando) nella categoria della cultura. Ma il Mondiale di calcio in Qatar è un capitolo aggiunto in diretta a questo libro davvero illuminante.

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