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Cosa succederebbe se nascessimo vecchi e morissimo giovani?
Ho letto molti anni fa “Il tempo imperfetto” di Francesco Piccolo (pubblicato nel 2000) ma alcune cose mi sono sempre rimaste impresse.
Chi ha letto il racconto di Francis Scott Fitzgerald “Il curioso caso di Benjamin Button”, diventato poi film con Brad Pitt e Cate Blanchett, troverà sicuramente alcune convergenze: qui, però, la regola di Benjamin Button vale per tutti. Si nasce vecchi, e si muore giovani. E così Carlo e Teresa si innamorano e scoprono insieme il risveglio dei sensi, la pienezza dei corpi e dei loro affetti senza l’angoscia di un futuro da costruire. Eppure qualcosa non torna.
Ecco tre buoni motivi per leggere “Il tempo imperfetto”:
1 Perché è un romanzo breve ma intenso, in un centinaio di pagine riesce a emozionare, coinvolgere e a far riflettere il lettore.
2 Perché tutto sommato alla fine ci chiediamo se la vita con l’orologio biologico che viaggia in senso antiorario sia proprio migliore della nostra, se anche in questo caso non salti fuori, in un modo o nell’altro, l’imperfezione del nostro universo.
3 Perché Carlo e Teresa sono una coppia tenera. La loro storia è tenera, l’inizio faticoso è tenero, la riscoperta dei sensi è tenera, la passione successiva è tenera. E ci vuole, ogni tanto, un po’ di tenerezza.