“Tokyo Sympathy Tower” di Rie Qudan: il premio Akutagawa sembra un episodio di Black Mirror

Tempo di lettura: 2 minuti

“Tokyo Sympathy Tower” della giovane Rie Qudan (appena pubblicato da Ippocampo nella splendida traduzione di Gala Maria Follaco) si è aggiudicato l’importante Premio Akutagawa per la narrativa nel 2024 e ha fatto molto discutere, non solo in Giappone, quando l’autrice ha  dichiarato di aver scritto il 5% del suo romanzo utilizzando l’Intelligenza Artificiale. Infatti, come sappiamo e  abbiamo avuto modo di approfondire sul nostro blog, tra i temi più controversi legati allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale ci sono i diritti degli autori e la difesa della specificità del processo creativo umano. Una questione rilanciata in questo periodo dalle polemiche sull’utilizzo sfrenato dell’IA per produrre immagini con lo stile dello Studio Ghibli di Hayao Miyazaki.

In realtà Rie Qudan ha inserito l’Intelligenza Artificiale come personaggio del suo libro ed è in questa veste che l’algoritmo prende la parola. Non solo, “Tokyo Sympathy Tower” è un romanzo sul linguaggio, sul suo presente e il suo futuro che, se letto nel modo giusto, può rappresentare una pietra angolare della narrativa contemporanea.

La trama, in breve

Lo sviluppo della storia è collocato in un vicinissimo futuro e segue la vicenda della giovane architetta Makina Sara, che si è aggiudicata il progetto per una torre-prigione da costruire accanto allo Stadio Olimpico di Tokyo di Zaha Hadid. Un carcere molto speciale, che darà corpo alle teorie di un controverso pensatore che ritiene che non esistano criminali ma solo persone che non sono state trattate con la sufficiente empatia. Sarà una prigione senza costrizioni e dovrà essere bellissima, il simbolo di una nuova visione. Makina Sara comprende le contraddizioni di questo progetto e ne seguiamo il percorso prima della realizzazione dell’edificio, mentre infuriano le manifestazioni di protesta, e molti anni dopo, quando ormai si è ritirata, grazie alle voci del suo giovane amante Tōjō Takuto, di un giornalista americano e dell’Intelligenza Artificiale.

“Tokyo Sympathy Tower” è un romanzo brevissimo ma intenso che si legge tutto d’un fiato e che ti scuote, ti stimola e ti dà molti ottimi motivi per apprezzarlo.

1. La Torre di Babele che stiamo costruendo 

Nelle parole risiede il potere, ma le nostre parole stanno impazzendo: è questo quello che ci dice Makina Sara per tutto il libro. Il suo compito è costruire una prigione pensata per adeguarsi a una certa ideologia di inclusività, fondata sul controllo del linguaggio. Ma questo porterà, per lei, a una nuova Babele, molto diversa da quella biblica. Perché il male non è la differenza delle lingue, ma la loro omologazione a un modello unico che ogni individuo declina fuori dal dialogo con gli altri e dove l’AI svolge un ruolo inquietante.

Rie Qudan scrive una storia sull’incomunicabilità e il libro stesso è una Babele, dove le voci narranti sono diverse e si confondono, ma è proprio questo labirinto letterario a coinvolgere e conquistare il lettore con grande e rara maestria.

2. Un Black Mirror giapponese che ci riguarda

In “Tokyo Sympathy Tower” troviamo questioni ricorrenti della narrativa giapponese contemporanea: la condizione della donna (Makina viene da una storia di abusi nascosti ma si è affermata e sfida le norme sociali avendo una relazione con un uomo molto più giovane) e il conflitto tra apertura all’esterno e difesa delle tradizioni (Makina disprezza che la sua architettura debba avere un nome inglese).

Ma lo sguardo di Rie Qudan è molto più vasto e con lo stile graffiante della distopia demolisce il mito del potere basato sull’empatia e l’apparentemente corretto: il carcere che verrà costruito si rivelerà un sofisticato meccanismo di auto-sorveglianza, addirittura desiderato dalle persone libere. Questo romanzo sembra un episodio di Black Mirror: uno dei migliori.

3. Gli intrecci della città postmoderna

In questa breve storia i destini dei personaggi – Takuto, sua madre, il filosofo che ha ideato il carcere dell’empatia – si intrecciano in modo sorprendente e a loro volta si intrecciano con Tokyo, città postmoderna per eccellenza, sempre proiettata nel futuro. La passeggiata di Makina e Takuto nello spazio deserto intorno allo Stadio Olimpico che chiude la prima parte del libro è avvolgente e restituisce il fascino, luminoso e oscuro, della capitale giapponese, dove il passato non esiste. Ma quello che più attrae è che nella Tokyo di Rie Qudan possiamo vedere tutte le metropoli slanciate nel futuro, verso una nuova utopia o una nuova distopia: questo esito dipende dalle visioni degli architetti come Makina e delle scelte che tutti noi facciamo.

 

 

Tre indizi un giallo:...

Come diceva Valerio Evangelisti, scrittore e appassionato sostenitore della...

“Gli uomini pesce” di...

Con "Gli uomini pesce" (Einaudi, 2024) il collettivo Wu...

“Orbital” di Samantha Harvey:...

Da anni il Booker Prize è uno dei premi...

Tre indizi, un giallo:...

Il true crime è diventato un genere letterario molto...

“Tremore” di Teju Cole:...

"Tremore" di Teju Cole (Einaudi, 2024, nella bella traduzione...

“Macellaio” di Joyce Carol...

Joyce Carol Oates ha quasi novant'anni e continua a...

Libri da leggere nel 2024: i nuovi “must have” per affrontare l’anno

Se vi sono piaciute le nostre guide con i libri che abbiamo più amato nell’arco del 2023 e la classifica delle recensioni più lette...

Libri da leggere nel 2025: i nuovi “must have” per affrontare l’anno

Rieccoci con una delle classifiche tra le più apprezzate di Tre Buoni Motivi per Leggere: i libri da leggere nell'anno nuovo! Se vi sono piaciute...

Tre buoni motivi per leggere “Il segno rosso del coraggio” di Stephen Crane

In questo 2021 Einaudi ha deciso di riaprire una delle sue collane più famose, 'Gli Struzzi', chiusa nel 2008, affidandola a Ernesto Franco, che...

Resistere a un mondo cannibale: “La vegetariana” di Han Kang

La sudcoreana Han Kang è un'indiscussa protagonista della letteratura contemporanea e molto del suo successo lo deve a "La vegetariana" (Adelphi, 2016 nella efficacissima...

Tre indizi un giallo: “Boccanera” di Michèle Pedinelli

Come diceva Valerio Evangelisti, scrittore e appassionato sostenitore della letteratura di genere (i suoi principali scritti sull'argomento li trovate nel fondamentale "Le strade di...

Distopia ma non troppo: “Tokyo soundtrack” di Furukawa Hideo

Lo scrittore giapponese Furukawa Hideo ha scritto "Tokyo soundtrack" nel 2003, ambientandolo nel 2009. Il romanzo è pubblicato in Italia nel 2018 da Sellerio,...

Tre buoni motivi per leggere “La fattoria degli animali” di George Orwell

"La fattoria degli animali" di George Orwell è un grande, grandissimo classico della letteratura britannica pubblicato nel 1945 e diventato famoso a livello mondiale....

Ecco i migliori 100 libri degli ultimi 25 anni secondo il New York Times

Un articolo senz'altro da non perdere per tutti i booklover è quello uscito sul New York Times che parla dei 100 migliori libri di...

Tre buoni motivi per leggere “Curarsi con i libri: rimedi letterari per ogni malanno” di Ella Berthoud e Susan Elderkin

Simpaticissima antologia da sfogliare per scoprire la propria "cura" letteraria Quando ho visto, su una bancarella, "Curarsi con i libri: rimedi letterari per ogni malanno"...
"Tokyo Sympathy Tower" della giovane Rie Qudan (appena pubblicato da Ippocampo nella splendida traduzione di Gala Maria Follaco) si è aggiudicato l'importante Premio Akutagawa per la narrativa nel 2024 e ha fatto molto discutere, non solo in Giappone, quando l'autrice ha  dichiarato di aver..."Tokyo Sympathy Tower" di Rie Qudan: il premio Akutagawa sembra un episodio di Black Mirror