Tempo di lettura: 2 minuti
“La fattoria degli animali” di George Orwell è un grande, grandissimo classico della letteratura britannica pubblicato nel 1945 e diventato famoso a livello mondiale. Conservo ancora gelosamente a casa l’edizione che avevo comprato quando andavo a scuola, un vecchio Oscar Mondadori edito nel 2000. Adesso viene pubblicato da diverse case editrici (in copertina riporto l’edizione di Newton Compton). E in effetti è proprio il classico libro che i professori assegnano agli studenti, ed è bene che continuino a farlo, ecco perché.
La trama in breve
Gli animali di una fattoria nei pressi di Willingdon (Inghilterra) si ribellano allo sfruttamento del loro fattore, Mr. Jones. Cacciano via il proprietario e poi cercano di fondare un nuovo ordine fondato su un concetto utopistico di uguaglianza. Ma ben presto la situazione sfugge di mano (anzi, di zampa) ed emerge una nuova classe di burocrati – i maiali – che con la loro astuzia si impongono in modo prepotente e tirannico sugli altri animali. Insomma, sotto l’oppressione del maiale Napoleon gli altri animali finiscono per conoscere gli stessi maltrattamenti di prima e, alla fine, non si riesce più a distinguere i nuovi sfruttatori da quelli vecchi.
La recensione – Tre buoni motivi per leggerlo
Ecco perché leggere e far leggere, ancora oggi, “La fattoria degli animali”:
1 Perché dietro alla storia degli animali ovviamente c’è molto di più: il romanzo è allegorico e si riferisce agli eventi che portarono alla Rivoluzione russa e successivamente all’era staliniana dell’Unione Sovietica. In particolare è un’aspra critica a Stalin che, partendo da un’utopia, aveva trasformato l’Unione Sovietica in una dittatura brutale. La forma è comunque quella della fiaba: tanto che, all’inizio, il libro venne pubblicato con il sottititolo “A fairy story”, ma molti editori decisero ben presto di abbandonarlo, a volte optando per “Una satira” oppure, specificando meglio, addirittura “Un racconto satirico contro Stalin”. Tanto che ogni personaggio rappresenta diverse figure: il Vecchio Maggiore è Lenin, Napoleon è Stalin, Palla di Neve Trockij, il fattore è lo zar Nicola II e così via.
2La scrittura di Orwell è semplice e immediata e la formula – che nel sottotitolo descriveva come quella di “una fiaba” – è quella comunque di un breve romanzo fantasioso. Lo possono leggere anche ragazzi molto giovani ma non è un libro per bambini, ovviamente: si riferisce a un pubblico adulto con tanti riferimenti alla storia contemporanea tra le righe.
3 È un libro da far continuare a leggere nelle scuole? Assolutamente sì: tutti i libri che mettono in guardia nei confronti delle dittature e che parlano specialmente del modo subdolo e impercettibile in cui si manifestano all’inizio, devono essere letti. Soprattutto in un’epoca in cui i testimoni diretti stanno scomparendo e la memoria degli orrori del ‘900 rischia di essere perduta.