Tre buoni motivi per leggere “Lettere a Theo” di Vincent Van Gogh

Tempo di lettura: 1 minuto

5 out of 5 stars (5 / 5) Il genio, la follia, i pensieri profondi di uno dei più grandi artisti, che non seppe mai di esserlo


Una personalità enigmatica, per alcuni un genio, per alcuni un folle, il pittore Vincent Van Gogh ha intrattenuto per tanti anni una fitta corrispondenza con il fratello Theo, e le sue lettere sono state naturalmente pubblicate (Guanda, 2013).

Sono sfacciatamente di parte perché Van Gogh è il mio pittore preferito in assoluto, e vi racconto in tre punti perché vale la pena leggere le sue lettere:

1 Perché vi si possono trovare il genio, la follia, i pensieri profondi, spesso malinconici e tormentati, altre volte belli, bellissimi, che aiutano a comprendere meglio il carattere di Van Gogh.

2 Perché spesso si pensa di conoscere ormai tutto (o quasi) sulla vita del famoso Vincent Van Gogh. Non è vero. E se vi siete soffermati almeno una volta a sospirare davanti alle meraviglie della Notte Stellata o dei Girasoli, vale la pena approfondire.

3 Perché, nonostante le porte in faccia e le difficoltà, Van Gogh credeva davvero che, per lui, non ci sarebbe stato altro modo di vivere se non seguendo la sua passione. Credeva che i suoi quadri non avessero valore. Oggi il mondo gli è grato per la sua arte. Mai arrendersi, mai.

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