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Un libro non è composto solo da testo e copertina: gli autori possono giocare anche con font, colori, grafica e impaginazione per far passare il loro messaggio, rendere la lettura più gradevole o intensa, sperimentare e utilizzare un linguaggio di rottura e trasformarla in una vera e propria esperienza sensoriale a 360 gradi.
Tralasciamo quei saggi scritti sotto forma di “Atlante” e che oggi fanno ampio uso di impaginazioni particolari introducendo schemi, mappe e tabelle colorate, e concentriamoci su tre esempi ancora più insoliti e non troppo moderni.
“La storia infinita” di Michael Ende
Quando studiavo all’università, nel corso di grafica editoriale, la professoressa ci fece l’esempio de “La storia infinita” di Michael Ende: sapevate che questo bellissimo fantasy pubblicato nel 1979 – forse noto ai più per il film cult del 1984 – è scritto in due colori diversi, per distinguere meglio il racconto di Bastian, nel mondo reale, e quello di Atreiu, nel regno di Fantàsia? Niente “nero su bianco” in questo caso: per separare bene le due parti, mantenendole comunque intrecciate all’interno della pagina, sono stati utilizzati il rosso e il verde. Particolare, vero?
“Cent mille miliards de poèmes” di Raymond Queneau
Qui ci troviamo di fronte a un capolavoro: un libro di poesie in cui ogni verso è stampato su una striscia di carta “intercambiabile” con altre. Il risultato è che si possono creare combinazioni diverse, a piacimento del lettore, e ottenere fino a centomila miliardi di sonetti diversi. Tutte le versioni hanno un senso, la stessa scansione e le stesse rime e, come già detto, ogni sonetto è assolutamente regolare nella sua forma. Una meravigliosa e incredibile “macchina per produrre poesie” nata dall’ingegno del poeta francese, pubblicata nel 1961 e non ancora tradotta in italiano.
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“Nessun futuro” di Nick Land
Questo davvero non è facile da leggere. Anzi, direi praticamente impossibile. Si entra nel mondo della sperimentazione: siamo nei primi anni ’90 del ‘900, presso l’Università di Warwick, e Nick Land lavorava in una twilight zone fatta da ricerca computazionale, cibernetica, magia del Caos, Lovecraft, occultismo rinascimentale, intelligenza artificiale, geologia, mineralogia, numerologia cabalistica, spiritismo e credenze temporali dei Dogon. Qui si alternano capitoli scritti in brevi paragrafi, capitoli in cui ogni riga corrisponde a una frase, e poi capitoli tipo questo qui sotto. È sufficiente?