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Se vi è piaciuta la nostra guida con i libri che abbiamo più amato nell’arco del 2022, eccoci qui alla classifica dei libri da leggere nel 2023, quella in cui proponiamo libri che abbiamo appena acquistato (molti freschi di stampa alla fiera “Più libri più liberi” di Roma), che abbiamo trovato sotto l’albero di Natale o metteremo nella calza della Befana. Non è stato facile condensare tutte le nostre idee in soli 20 titoli: sicuramente questi arricchiranno la nostra libreria, ma siamo certi che nel corso dell’anno verranno affiancati da tanti altri!
Ogni libro è seguito dalla descrizione sulla quarta di copertina, ecco le due classifiche con i consigli che rispecchiano i rispettivi gusti.
LISTA DI VALENTINA
1 Jude Ellison S. Doyle, “Spezzate. Perché ci piace quando le donne sbagliano” (Tlon)
Perché ci piace guardare una donna crollare? Cosa ci attrae della sua vulnerabilità?
È uno spettacolo a cui siamo abituati e da cui con difficoltà distogliamo lo sguardo. Questo saggio potente e appassionato ci apre le porte di una galleria degli orrori in cui celebrità di ogni epoca, da Charlotte Brontë a Miley Cyrus, da Britney Spears a Hillary Clinton, hanno scontato la colpa di non aver rispettato i limiti che la cultura patriarcale aveva imposto alle loro vite.
Attingendo dalla letteratura e dalla stampa scandalistica, Doyle ricostruisce l’ascesa e la caduta di queste donne, esplorando il fenomeno sociale della trainwreck: il deragliamento dai binari del proprio ruolo che porta a perdere tutto ciò che si aveva ottenuto. Un libro che è un invito a cambiare il proprio sguardo, a riconoscere nella trainwreck un nuovo modello di emancipazione in grado di sovvertire le regole della società.
2 Leah Hager Cohen, “Matrimonio in cinque atti”, Sur
Sono giorni concitati per i Blumenthal. Bennie e Walter, coppia progressista di mezza età, con quattro figli e un quinto (inaspettatamente) in arrivo, sono alle prese con un evento festoso quanto problematico. Tra cinque giorni, in una cerimonia privata che si svolgerà in giardino, la loro figlia maggiore Clem sposerà la compagna di college Diggs, e i preparativi – affidati allo scarso senso pratico della stessa Clem e dei suoi bizzarri amici – sono in alto mare. Mentre gli ospiti iniziano ad arrivare, e i problemi a moltiplicarsi, si svelano i segreti della famiglia: quelli antichi, che riguardano uno strano episodio di novant’anni prima cui aveva preso parte l’anziana prozia Glad, e quelli più recenti, legati al clima di antisemitismo che si respira nel vicinato e che minaccia di entrare in casa Blumenthal. Ma anche il matrimonio architettato da Clem cela un segreto, e l’epilogo tragicomico è dietro l’angolo.
Lo sguardo empatico di Leah Hager Cohen si posa sul microcosmo della famiglia e sulle sue leggi eterne – il confronto tra genitori e figli, il senso dei valori condivisi, il passaggio di testimone tra le generazioni – dando vita a una commedia contemporanea gioiosa, imprevedibile, ritmatissima che parla di identità e di inclusione, di congiunti e di estranei, di memoria e di cambiamento.
3 Sietze Norder, “Il mondo in miniatura – La vita sulla Terra raccontata attraverso le isole”, Add
Le isole sono da sempre formidabili centri di scambio di persone, merci, specie e idee, con un ruolo fondamentale nella storia del mondo. Banchi di prova per l’evoluzione, hanno fornito alla natura le condizioni ideali per gli esperimenti più selvaggi e per questo, nonostante la piccola superficie totale, hanno contribuito in enorme misura alla diversità biologica e culturale globale, suggerendo a scienziati come Charles Darwin, Jared Diamond e Edward Wilson le loro intuizioni sull’origine e sulla distribuzione della vita sulla Terra.
Sietze Norder, sulla base delle proprie esperienze e delle intuizioni scientifiche della biogeografia, ci conduce in questo mondo affascinante, illustrandoci i cambiamenti ecologici e sociali determinati dalle isole e mostrandoci come, ancora oggi, siano in grado non solo di darci informazioni sulle radici storiche delle sfide globali contemporanee, ma di indicarci reali prospettive per un futuro sostenibile.
4 Etienne Kern, “Il sarto volante”, L’orma
Premio Goncourt 2022 per il romanzo d’esordio. Parigi, 4 febbraio 1912. Il giorno è appena sorto, e sotto la Torre Eiffel si è radunata una piccola folla di curiosi e giornalisti. Lassù, in piedi sul parapetto, si staglia contro il cielo la sagoma di un uomo ammantato da una strana imbragatura. È Franz Reichelt, sarto di origine boema e inventore dilettante che, a dispetto degli avvertimenti di chi ha cercato di scoraggiarlo, vuole testare il suo marchingegno: una tuta-paracadute.
Sul posto ci sono anche due cineoperatori, chiamati a immortalare la realizzazione di un sogno e che invece consegnano alla Storia la dolente testimonianza di una crudele disfatta. «La prima vittima del cinema» scriverà, anni dopo, François Truffaut.
Come alla ricerca di un impossibile appiglio, fra ricostruzione storica e dolorose ferite personali, Étienne Kern indaga nel passato per reinventare il mondo di affetti, esuberanze e ossessioni di Reichelt. Dalla Parigi della Belle Époque a quella di oggi, tra fede nel progresso, febbre del volo e vertigine del disastro, Il sarto volante è un inno alla speranza – anche la più folle – e un atto d’amore nei confronti di chi ha fallito.
5 Claire Keegan, “Piccole cose da nulla”, Einaudi
Un grande successo internazionale, una storia senza tempo capace di illuminare quei gesti che danno dignità a una vita intera.
Sono giorni che Bill Furlong gira per fattorie e villaggi con il camion carico di legna, torba e carbone. Nessuno vuole restare al freddo la settimana di Natale. Sotto la neve che continua a scendere, tutto va come sempre in quel pezzo d’Irlanda. Poi, nel cortile silenzioso di un convento, Bill fa un incontro che smuove la sua anima e i suoi ricordi. Lasciar correre, girarsi dall’altra parte, sarebbe la scelta più semplice, di certo la più comoda. Ma forse, per Bill Furlong, è arrivato il momento di ascoltare il proprio cuore. «Mentre proseguivano e incontravano altre persone che conosceva e non conosceva, si ritrovò a domandarsi che senso aveva essere vivi se non ci si aiutava l’uno con l’altro. Era possibile tirare avanti per anni, decenni, una vita intera senza avere per una volta il coraggio di andare contro le cose com’erano e continuare a dirsi cristiani, a guardarsi allo specchio?».
6 Annie Ernaux, “Il ragazzo”, L’Orma
Una donna racconta la relazione con un ragazzo di trent’anni più giovane. Un’avventura che a poco a poco si trasforma in una storia d’amore e diviene per la narratrice un viaggio nel tempo in cui il presente si mescola alla memoria dei rapporti passati e della propria esistenza sociale e sessuale. Con «Il ragazzo» Annie Ernaux compone una miniatura perfetta descrivendo l’impeto e lo scandalo di una passione e lasciandosi attraversare dal piacere inappellabile di «scrivere la vita». Arricchiscono il volume tre discorsi in cui l’autrice riflette sulla scrittura, la condizione femminile e la memoria.
7 Kim Rossi Stuart, “Le guarigioni”, La Nave di Teseo
Un padre dal carattere volubile e un bambino silenzioso lasciano la città per aprire un maneggio tra il fango e la solitudine della campagna; uno scrittore cerca ripetutamente di innamorarsi davvero, per capire ogni volta di volere tutt’altro e in tutt’altro modo; un piccolo e morigerato imprenditore viene travolto dall’arrivo di una donna tanto appassionata quanto ingestibile; una moglie scettica, indipendente e sicura di sé sospetta di essere stata scelta per una rivelazione mistica; un prete ribelle combatte contro la pressoché totale scomparsa del Male nel mondo.
Curiosi, burberi, inafferrabili, irrisolti e romantici, oppure fragili, buffi, egoisti e testardi, i personaggi di Kim Rossi Stuart si muovono nelle loro storie con l’andamento irregolare e imprevedibile di una vita che sposta i cartelli e confonde le direzioni, per irriderli e confonderli ogni volta. Uomini (e donne) che combattono contro gli eventi e le loro stesse idiosincrasie, per provare a trovare, se non le risposte, almeno le domande giuste da porsi, lungo un filo comune ma ben dissimulato che raccoglie assieme questi cinque racconti: microcosmi di amore, lotta, impazzimenti e visioni.
8 Guido Vitiello, “Il lettore sul lettino”, Einaudi
Come nelle migliori famiglie, anche in quella degli amanti dei libri non manca qualche zio matto, il cui ritratto è tenuto prudentemente in soffitta: il collezionista pluriomicida, il cleptomane impenitente, quello che si mangia la carta. Ma non è di loro che parla questo libro. Più che ai lettori psicotici, si dedica ai turbamenti del lettore nevrotico, che poi altri non è che il lettore comune. C’è chi è colto dall’angoscia se deve prestare un libro; chi si obbliga, mentre legge, a non sbadigliare; c’è il lettore poliamoroso che legge piú libri contemporaneamente o, al contrario, il monogamo seriale che non tocca un romanzo prima di averne finito un altro; chi si vergogna a dire di non aver letto un classico e perciò l’ha sempre, per definizione, «riletto» e chi annota i libri seguendo un proprio cifrario idiosincratico… Se è vero che la lettura è un «vizio impunito» che ci porta a considerare normali dei comportamenti che in qualunque altro ambito apparirebbero perversi – pensiamo al gesto di annusare voluttuosamente la carta -, allora non dobbiamo stupirci di fronte alle mille stramberie del lettore comune, che, visto da vicino, ci apparirà molto meno comune di quanto sembra. Un campionario brillante, colto e divertente delle abitudini che circondano l’uso dei libri e dei meccanismi profondi che regolano i piaceri e i dispiaceri della lettura.
9 Dave Eggers, “The Every”, Feltrinelli
The Circle, il più grande motore di ricerca/società di social media del mondo, si fonde con “La giungla”, il sito di e-commerce che domina il pianeta, e creano un nuovo ricchissimo monopolio: The Every. Delaney Wells è stata assunta da poco a The Every. Ex guardia forestale e parecchio scettica riguardo ai trionfi della tecnologia, con il suo fascino si è fatta strada con un obiettivo in mente: sconfiggere l’azienda dall’interno. Con il sodale Wes Makazian cercano i punti deboli di The Every, sperando di liberare l’umanità dalla sorveglianza onnicomprensiva e dall’infantilizzazione della specie guidata dalle emoji. Ma qualcuno vuole ciò per cui Delaney sta combattendo? L’umanità vuole davvero essere libera? Il seguito de “Il Cerchio” fonde assurdità e terrore, satira e suspense, mentre tiene il lettore in apprensione per il destino dei protagonisti e dell’umanità.
10 Silvia Garambois e Paola Rizzi, “#staizitta giornalista!” (All Around)
«Cessa», «maestrina», «troia», «vai a fare la calza», «meriti di morire», «sei solo brava con la bocca», «un mostro di bruttezza e cattiveria», «strega», «a te non ti stupra nessuno», «la vedo bene come cassiera». Gli autori non sono solo leoni da tastiera solitari, sempre più spesso sono squadre di odiatori organizzati il cui scopo è silenziare il lavoro delle giornaliste. Alcune giornaliste raccontano che cosa significa lavorare, raccogliere notizie, smontare fake news sapendo che la conseguenza sarà una grandine di insulti e minacce. Tornare a casa e guardarsi le spalle, passare le notti a cancellare commenti infami, denunciare alla polizia postale.
Silvia Garambois. Giornalista. Presidente di GiULiA giornaliste. Già caporedattrice all’Unità (1975-2000). È stata Segretaria del sindacato dei giornalisti del Lazio.
Paola Rizzi. Giornalista prima a l’Unità, dove si è occupata di politica, cronaca e cultura. Ha collaborato a Diario, Pagina99, Cultweek, Lettera43, Business Insider, Il Reportage. È nel direttivo nazionale dell’associazione GiULiA giornaliste, nata nel 2011, che ha tra le sue missioni l’attenzione e lo studio del linguaggio dei media, con corsi di formazione per giornalisti, eventi.
LISTA DI SIMONE
1 Ken Kalfus, “Le due del mattino a Little America”, Fandango
Ambientato in un futuro prossimo in cui l’America è dilaniata da una feroce guerra civile, Le due del mattino a Little America ha un sinistro portato da romanzo profetico.
Ron Patterson è un esule statunitense che ora vive altrove, come tanti. È in forze per una società di manutenzione di impianti e spesso lavora sui tetti. È lì che, per caso, intravede da una finestra una donna che continua poi misteriosamente a riconoscere in tante donne che incontra nelle sue peripezie di indesiderato sociale.
Alla fine, approda in una città in cui c’è una “Little America”, una baraccopoli di espatriati in uno dei pochi paesi ancora disposti ad accettarli. Come molti compagni rifugiati si finge canadese, perché essere americano significa sottoporsi a uno stigma pesantissimo, e si muove come un’ombra inosservata e inquietante. Eppure, a Little America, ritrova finalmente una comunità. Riaprendosi alla nostalgia e ai ricordi della sua vita passata, Ron ricomincia a credere che forse potrebbe avere trovato una casa. Ma è soltanto un’illusione, la sua serenità viene rapidamente messa a repentaglio dalle risorgenti divisioni politiche che anche laggiù minacciano il tessuto sociale.
Ron è di nuovo immerso in un terreno pericoloso e incerto, in bilico tra realtà e memoria. Un apologo avvincente, allarmante, preveggente.
2 Olga Ravn, “I dipendenti. Un romanzo sulla forza lavoro nel XXI secolo“, Il Saggiatore
A bordo della seimillesima nave partita dalla Terra, dipendenti umani e le loro controparti umanoidi lavorano insieme secondo protocolli aziendali ben consolidati. La loro missione è quella di curare e accudire i misteriosi oggetti, seducenti e forse senzienti, prelevati dalla valle del pianeta Nuova Scoperta, attorno al quale orbitano. Strutturato come una serie di testimonianze compilate da una commissione chiamata a indagare, I dipendenti è il racconto degli eventi accaduti sull’astronave in seguito alla presa in consegna degli enigmatici oggetti. Dopo il loro arrivo, l’equipaggio di bordo si scopre perplesso di sentirsi profondamente connesso a essi. Gli oggetti influenzano i loro custodi umani e umanoidi in modi diversi ma simili; suscitano risposte erotiche in alcuni, paranoia in altri, perfino un inquieto senso di responsabilità materna. Tutti si rivelano tormentati dagli stessi desideri: calore e intimità, repulsione e disgusto. La situazione – anche per quanto riguarda gli inquirenti – si fa sempre più cupa e preoccupante. A poco a poco, i dipendenti iniziano a vedere il loro lavoro sotto una nuova luce, e ognuno è portato a chiedersi se il processo che li lega può continuare a essere lo stesso. Una domanda su tutte li tormenta: cosa significa davvero essere vivi?
Un’epopea fantascientifica sui confini tra vita e non vita, piacere e funzione; una premonizione del nostro futuro dominato dal lavoro e dalla logica della produttività.
3 Jonathan Coe, “Bourneville”, Feltrinelli
A Bournville, un sobborgo di Birmingham dove ha sede una famosa fabbrica di cioccolato, l’undicenne Mary e la sua famiglia celebrano il Giorno della vittoria sul nazifascismo. Ascoltano con attenzione la voce di Winston Churchill alla radio che annuncia la fine delle ostilità. Mary avrà figli, nipoti e pronipoti, sarà testimone di un’incoronazione, quella di Elisabetta ii, dell’indimenticabile finale della Coppa del Mondo del 1966, di un matrimonio da favola e di un funerale reale, quelli della principessa Diana, della Brexit e infine del Covid. Settantacinque anni di profondi cambiamenti sociali che hanno trasformato la famiglia di Mary e tutto il paese.
Divertente ed emozionante, Bournville è la storia di una donna, della passione di un paese per il cioccolato e della Gran Bretagna.
4 Jessica Anthony, “Arriva l’oriterropo”, Sur
Un mattino di agosto, un corriere FedEx suona alla porta di Alexander Paine Wilson, giovane deputato repubblicano sulla cresta dell’onda con una smisurata passione per Ronald Reagan, un’imminente elezione da vincere e una relazione omosessuale che è deciso a nascondere. Il corriere gli consegna un grosso animale impagliato: un oritteropo, bizzarro mammifero africano con la proboscide da formichiere e le orecchie da coniglio. Da questo inaspettato evento prende le mosse un romanzo incalzante e imprevedibile che segue da un lato, nella Washington contemporanea, i rocamboleschi tentativi di Alex di liberarsi dell’animale, che per una serie di coincidenze rischia di rovinargli la carriera; dall’altro, nell’Inghilterra vittoriana, la vicenda di Titus Downing, l’imbalsamatore dello stesso oritteropo, a sua volta perseguitato dal fantasma di una relazione clandestina.
Usando una miscela geniale di satira politica, romanzo storico, commedia degli equivoci e ghost story, Jessica Anthony ci consegna una riflessione profonda sull’Occidente, sulla nostra volontà di dominazione e di controllo, sui nostri apparati di repressione, e un monito sulla potenza del mondo della natura, dell’eros, dell’immaginazione e del mistero.
5 Claudio Kulesko, “L’abisso personale di Abn Al-Farabi e altri racconti dell’orrore astratto”, Nero Editions
Cosa accadrebbe se, al cuore del mondo, vi fosse qualcos’altro, qualcosa di oscuro, minaccioso e indefinibile? Cosa ne sarebbe della specie umana se l’intelligenza e la coscienza non fossero che un prodotto del caso e dell’evoluzione? Se l’Io fosse un noi, e noi un Io? Se la morte si rifiutasse di accoglierci, lasciandoci ostaggio di un limbo senza fine? Questi sono alcuni degli interrogativi che animano i racconti e le novelle contenuti in questa raccolta. Al bivio tra horror astratto, fiction speculativa e riflessione metafisica, i personaggi di queste storie precipitano e si dissolvono in un nulla positivo, oltrepassando l’oscuro confine che ci separa da ciò che più temiamo: l’ignoto e l’inconoscibile.
6 Anna Krien, “Night games. Sesso, potere e sport”, 66THAND2ND
Un processo per stupro dall’esito incerto colpisce il dorato mondo del football australiano e squarcia il velo sul lato oscuro dello sport, su quella sottocultura virile, stereotipata e tossica che travalica i confini della goliardia per diventare terreno di degradazione e violenza.
È in questa zona grigia, via via sempre più nera, che si muove l’indagine di Anna Krien, partita dai banchi di un’aula di tribunale, dove il giovane Justin Dyer – non proprio un campione, piuttosto uno che delle stelle è abituato a sfruttare la scia – deve difendersi dall’accusa di aver violentato la coetanea Sarah Wesley a una festa privata per celebrare la vittoria in campionato dei Magpies di Melbourne.
Le testimonianze raccolte da Krien, fuori e dentro l’aula, e i suoi dubbi interiori nel ricostruire la vicenda (esiste un discrimine tra innocenza e non colpevolezza?), insieme alla scoperta di troppi eventi analoghi accaduti nel recente passato, compongono un desolante mosaico di miseria morale, diseducazione sentimentale e senso di impunità. Un mondo di adolescenti con cento chili di muscoli per i quali «la complicità si basa sul sessismo e sull’omofobia» e la distinzione tra consenso e rifiuto sembra non avere più alcun significato.
7 Alberto Prunetti, “Non è un pranzo di gala. Indagine sulla letteratura working class”, Minimum Fax
Uno spettro si aggira nel mondo delle lettere. È lo spettro di una letteratura che racconta il mondo del lavoro dall’interno, fatta da scrittrici e scrittori di estrazione proletaria o appartenenti alla nuova classe lavoratrice precaria. Una letteratura che può avere forme, lingue, strutture e scopi diversi da quelli perpetuati nelle scuole di creative writing. È la letteratura working class.
Alberto Prunetti prova a definirne i tratti e ne ripercorre l’evoluzione, rendendo manifesto il legame tra le storie che siamo disposti a leggere e ascoltare e le condizioni materiali dell’industria che a queste storie gira intorno. Questo libro – che se ne frega della compostezza e delle buone maniere, che è saggio ma anche pamphlet, memoir, analisi critica – parla all’aspirante scrittore working class, ai lavoratori dell’editoria e ai lettori di qualunque classe, e ci ricorda che i libri che riempiono i nostri scaffali sono scritti, scelti e pubblicati da un pezzo piccolissimo di mondo: è ora di fare spazio anche a tutto il resto.
8 Noah Hawley, “Inno americano”, Einaudi
Come tanti, troppi, ragazzini di oggi, Simon, Louise e Paul, detto il Profeta, devono fare i conti con le loro paure e i loro traumi. Quando si incontrano in una clinica per la cura dell’ansia, il Profeta li convince che hanno una missione. Devono fuggire da lí e costruire la loro utopia, un luogo dove avere una seconda possibilità, lontano da quegli adulti che li hanno traditi lasciandogli un mondo allo sbando. Però, come in una fiaba contemporanea oscura e adrenalinica, per riuscirvi dovranno prima sconfiggere lo Stregone, un miliardario crudele e intoccabile, e salvare la ragazza che tiene prigioniera, principessa o drago che sia.
9 Misumi Kobo, “Io codardo guardando il cielo”, Rizzoli
Satomi è una casalinga annoiata che subisce continue vessazioni dalla suocera per la sua incapacità di dare un figlio al marito. L’unica cosa che la vita non le ha tolto è la passione per gli anime e il cosplay, che coltiva fin da ragazzina, e quando a una fiera di fumetti incontra Takumi, un giovane adolescente dieci anni più giovane di lei, intravede e coglie al volo una via di fuga dalla sua realtà e convince il ragazzo a iniziare una torbida relazione in cui si lascia andare completamente. Quando però comincia a circolare in rete un video della scandalosa relazione, i due protagonisti dovranno uscire dalle loro fantasie e fare i conti con la cruda realtà delle proprie vite, fatta di vergogna, paura e isolamento. Sullo sfondo una piccola città di provincia attraversata dal corso di un fiume che assiste ora placido ora impetuoso alle esistenze degli abitanti scandite da dicerie, pettegolezzi e pregiudizi. “Io codardo guardavo il cielo” è un romanzo che riesce a essere duro senza essere violento, che indaga le pulsioni e le fragilità dell’animo umano senza mai diventare morboso, che racconta la scoperta del sesso e del corpo con uno stile delicato e intimista.
10 Miguel Gotor, “Generazione Settanta. Storia del decennio più lungo del secolo breve (1966 – 1982)”, Einaudi
Anni Settanta: il decennio piú lungo del secolo breve inizia nel 1966 con gli «angeli del fango» che accorrono a Firenze invasa dall’Arno e finisce nel 1982 con il trionfo ai mondiali di calcio. Tra questi due poli corre una storia piena di speranze e di ferocia, di sogni e di violenza in cui l’Italia, condizionata con forza dal contesto internazionale, vive trasformazioni profonde all’inseguimento di una sempre difficile modernizzazione. Questo libro racconta quegli anni generosi e terribili in cui tutto è sembrato possibile con uno sguardo generazionale non del testimone ma dello storico.
Un segnale tangibile della presenza di un risveglio giovanile non legato esclusivamente alla nuova classe operaia, bensí riguardante anche la piccola e media borghesia, coinvolta nel processo di scolarizzazione di massa allora in corso, si registrò in occasione dell’alluvione di Firenze nel novembre 1966. Tantissimi giovani, mossi da una volontà d’impegno collettivo, accorsero in modo spontaneo nella città da ogni parte d’Italia per rispondere anche al bisogno di un nuovo protagonismo generazionale. Nell’immaginario comune quei ragazzi divennero i cosiddetti «angeli del fango», che s’impegnarono volontari per salvare almeno una parte del patrimonio artistico e librario custodito nei musei e nelle biblioteche fiorentine sommerse dalle acque dell’Arno. La voglia di contare si mescolava con un’ansia pungente di ribellione, che contestava i valori perbenisti e i modelli di vita borghesi. Quell’irrequietezza esistenziale poteva trasformarsi in una rabbia sorda e impotente. È da qui che Miguel Gotor inizia a raccontare i momenti chiave del «decennio piú lungo del secolo breve» arrivando fino al 1982, data del trionfo dell’Italia nei mondiali di calcio. Un decennio turbinoso, ove le contraddizioni della modernizzazione sono il basso continuo su cui si muovono la contestazione giovanile e quella operaia, e ancora la strategia della tensione, lo stragismo e la lotta armata, la solidarietà nazionale, il movimento del Settantasette e il femminismo fino al tramonto della guerra fredda.