La classifica dei libri: il meglio del 2022 per Tre Buoni Motivi per Leggere

Tempo di lettura: 3 minuti

Fine anno, tempo di classifiche. Sono stati 365 giorni di letture intense, belle e appassionanti in cui abbiamo esplorato, da bravi lettori onnivori, tantissimi generi, autrici e autori. Abbiamo girato il mondo in tutti i continenti, abbiamo scoperto cataloghi davvero interessanti di case editrici indipendenti e progetti grafiche di grande impatto.

Non è stato facile seguire tutti questi movimenti, e speriamo di aver dato qualche punto di riferimento a chi legge, sempre con la consapevolezza che tutti i gusti sono buoni gusti. Ma ci piace “giocare alle classifiche”, e quindi ecco i libri usciti nel 2022 premiati da Tre Buoni Motivi per Leggere. Quelli di Simone e di Valentina.

Migliori opere di narrativa

Simone:
In realtà i due romanzi che mi hanno appassionato di più quest’anno sono “Il ritmo di Harlem” (Mondadori) di Colson Whitehead e “Due vivi e un morto” (Minimum Fax) di Sigurd Christiansen. Ma il primo è del 2021 e sono io ad averlo letto con colpevole ritardo, ed il secondo è la favolosa riscoperta di un’opera del 1931. Quindi il miglior romanzo del 2022 è l’opera prima di Erin Kate Ryan “Quantum girl“, un’autrice che spero possa confermarsi a questo altissimo livello. Menzione speciale a “Ufo 78” (Einaudi) del collettivo Wu Ming, miglior romanzo italiano del 2023.

Valentina:
È stato un anno di belle scoperte. Tra i romanzi, forse quello che mi ha colpito di più è stato “Maimamma” di Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina (Il Saggiatore), meglio conosciuti come La Rappresentante di Lista. Penso che “Maimamma” rifletta molto l’incertezza e la precarietà dei nostri tempi e i mezzi, a volte scanzonati, a volte disperati, a volte necessari, con cui il futuro viene affrontato dalle nuove generazioni: un romanzo ‘pop’ che parla di una trentenne che scopre di essere rimasta incinta proprio quando manca un anno alla fine del mondo. Si sorride, si pensa, si riflette. E sempre a proposito di riflessioni sulla nostra epoca, non posso non menzionare “Questo post è stato rimosso” di Hanna Bervoets (Mondadori): breve e segnante spaccato del lavoro di alcuni ragazzi che, per sbarcare il lunario, accettano di fare i moderatori di contenuti per un grande social network. Se invece volete ridere, i brevi racconti di Andrés Neuman in “Vite Istantanee” (Sur) fanno per voi: divertenti, intensi, ritmo veloce, uno tira l’altro come le ciliegie.

Migliori opere non fiction

Simone:
La non fiction va di moda, ma oggettivamente la qualità di opere in bilico tra saggistica, reportage e narrativa è sempre più alta, ed è stato difficile scegliere la migliore opera di questa categoria. Alla fine ho scelto “Il tuffatore” (La Nave di Teseo) di Elena Stancanelli, perché racconta, attraverso la storia di Raul Gardini, un’Italia che abbiamo rimosso troppo in fretta. Menzione d’onore all’opera che ha conteso sino alla fine la mia preferenza, “Lo sconosciuto delle poste” (Feltrinelli) di Florence Aubenas.

Valentina:
A metà strada tra saggio e raccolta di racconti, segnalo “Mythos” di Stephen Fry (Salani): divertente e appassionante, il libro narra la storia dei miti greci come non l’avevate mai letta, ovvero con l’inconfondibile humour inglese dell’autore e uno stile perfetto per il XXI secolo. E poi voglio menzionare “In compagnia del lupo” di Carlo Lucarelli (Tiwi), un viaggio a metà tra fiaba e saggio alla scoperta della verità – spesso oscura – dietro le storie popolari che ci hanno tenuto compagnia da piccoli.

Migliori saggi

Simone:
È stata un’annata strepitosa per la saggistica, iniziata con il notevole “Il metodo Giacarta. La crociata anticomunista di Washington e il programma di omicidi di massa che hanno plasmato il nostro mondo” (Einaudi) di Vincent Bevins, un’opera scioccante che però è uscita nel 2021, come il significativo “Messaggi di Sangue” (Laterza) di David Forgacs. Ancora più vecchi sono gli splendidi “Dubai, l’ultima utopia” (Il Mulino) di Emanuele Felice e “Detroit. Viaggio nella città degli estremi” (Il Mulino) di Giuseppe Berta. Ma il 2022 ha visto uscite davvero di valore su cui spicca a mio avviso, il saggio dell’anno che è “Interregno – Iconografie del XXI Secolo” (Nero Editions) di Mattia Salvia. Menzione d’onore a “L’eclissi di Hong Kong. Topografia di una città in tumulto” (Add Edizioni) di Maria Letizia Sala, che è stato in testa sino all’uscita di “Interregno”.

Valentina:
Concordo con Simone, anno meraviglioso per la scoperta della saggistica, genere a cui viene dedicata sempre più attenzione per renderlo ‘potabile’ davvero per tutti. Inizio con “Russia e Ucraina, la mappa che spiega la guerra” di Tim Marshall (Garzanti), mini saggio che spiega le origini del conflitto (ma se volete un approfondimento maggiore consiglio il libro più completo da cui è tratto, il bellissimo “Le 10 mappe che spiegano il mondo“). Continuo con “Gusti” di Alberto Angela (Rai Libri) un viaggio facile e intuitivo attraverso la trasformazione del cibo che, a sua volta, ci racconta le origini e le evoluzioni della società, tra storia e curiosità estremamente interessanti. Se come me poi siete interessati di antropologia, storia ed evoluzione della società spiegati con la semplicità dei divulgatori più bravi, non potete assolutamente perdervi “Cannibali e re – Le origini delle culture” di Marvin Harris (Feltrinelli), “Armi acciaio e malattie” di Jared Diamond (Einaudi) e “Migrazioni – Storia illustrata dei popoli in movimento” di Robin Cohen (Giunti).

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