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Quando ho avuto tra le mani il primo romanzo di Elena Conforti (“Sotto vero nome”, edito da Scatole Parlanti, 2021) ho subito capito che mi trovavo di fronte a un buon prodotto in ogni suo aspetto. Ben curato nella copertina e in quarta, ben scritto dal poco che avevo avuto modo di vedere: la lettura ha confermato la mia ottima impressione. Parliamo dunque di “Sotto vero nome”.
La trama, in breve: è la storia di Chiara (ma in realtà, come vedremo più avanti, si tratta di una sorta di autobiografia) che, cresciuta in un ambiente conservatore, dopo un’esperienza in convento, capisce di essere attratta dalle donne. Un forte conflitto con il proprio essere donna e con il contesto in cui è cresciuta, un”anomalia’ che preferisce soffocare, scegliendo una vita che risulti ‘normale’, sposando un uomo con cui avrà due figli. Ma l’incontro con una donna piena di fascino che ricambia i suoi sentimenti la costringerà a mettere in discussione ogni aspetto della propria esistenza.
Ecco tre buoni motivi per leggerlo:
1 Perché è un’autobiografia estremamente coraggiosa. L’autrice si mette in discussione interamente, dall’inizio fino alla fine, senza paura di raccontare una storia nuda e cruda, compresa di un finale che magari non è quello per cui avrebbero tifato i lettori. Ma d’altronde la vita non è una fiaba: è incasinata, piena di contraddizioni, imprevisti, ostacoli, situazioni difficili, dolorose e in cui ci comportiamo in modo incoerente. «Potrei dire che no, non è un romanzo autobiografico – dice Elena Conforti – che Chiara, la protagonista, è un personaggio inventato. Sarebbe più facile. Avevo anche pensato a uno pseudonimo, consegnare ai lettori un nome e un cognome inesistenti. Invece no. Il coraggio dell’autobiografia va di pari passo con la paura di esporti, di non essere, capiti, di far scoppiare qualche casino».
2 Perché tratta temi molto importanti e attuali, affronta il riconoscimento del proprio orientamento sessuale in modo delicato. Non ci sono libretti per le istruzioni, ognuno vive l’accettazione di sé a modo suo, nel caso della scoperta dell’attrazione verso le persone del proprio sesso penso sia un percorso molto complicato perché condizionato in ogni sua fase da una cultura che ancora oggi (per fortuna non tutta) non ammette la diversità. E dunque c’è chi sceglie di manifestare subito le mille sfaccettature del proprio essere, chi cerca di soffocarlo, chi ha paura, chi si sente in colpa, chi cerca di rifugiarsi in una normalità apparente, per molti è una ‘via crucis’ come la definisce anche l’autrice. Per fare sì che un tema sia accettato penso che si debba conoscerlo, parlarne, sfatare miti: proprio per questo sono necessari i libri come “Sotto vero nome”. Dice ancora Elena Conforti, a proposito: «La domanda che ogni santo giorno mi rivolgo è: quanto veramente ci importa essere chi siamo? E dagli altri, come ci lasciamo chiamare?».
3 È scritto molto bene, e devo dire che mi ha tenuta incollata alle pagine (che sono circa 150), non è davvero scontato per un’autrice esordiente. La scrittura è coerente ed equilibrata. Si legge in un giorno, massimo due o tre se come me non si ha mai tempo.