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In questi giorni sta avendo grande attenzione e sta suscitando molte polemiche la mini serie della Rai “Esterno notte”, in cui il regista Marco Bellocchio racconta i 55 giorni del rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, iniziati con la strage della scorta del Presidente democristiano in Via Fani e conclusi dalla tragica uccisione del prigioniero.
Nella rappresentazione cinematografica il sequestro viene vissuta e rivissuto da diversi punti di vista – Moro, l’allora Ministro degli Interni Francesco Cossiga, il Papa, i brigatisti – installando sui fatti storici l’immaginario narrativo. L’obiettivo è quello di restituire l’atmosfera e lo spirito dell’Italia di quel tempo, attraverso una vicenda che ha rappresentato senza dubbio una svolta per l’Italia Repubblicana.
Tutti coloro che erano adulti in quell’epoca si ricordano dove fossero quando ricevettero la notizia di un rapimento da cui sono scaturite non solo importanti conseguenza storiche oggettive per la vita politica, ma anche sotto trame, interpretazioni, teorie, ossessioni. L’opera di Bellocchio, che ha suscitato i giudizi contrastanti sia dal punto di vista artistico che da quello storiografico, è la dimostrazione che, in quei 55, giorni la democrazia italiana e la sua classe dirigente vennero messe di fronte alle loro contraddizioni, alle loro fragilità, ai loro segreti, alle loro nevrosi collettive. Il 9 maggio, con il ritrovamento del cadavere di Moro in una Renault 4, iniziò di fatto il passaggio dagli anni ’70 agli anni ’80 costringendo tutti a un confronto anche di narrazioni che continua ancora oggi.
Dei molti libri che parlano di quella primavera del 1978 ne abbiamo scelti tre.
1“L’affaire Moro”, di Leonardo Sciascia (Adelphi). Scritto a caldo, nel 1978, è un libro illuminante e paradossale. Lo scrittore siciliano scrive infatti un’opera che mette alla prova le strutture narrative a lui care del giallo letterario (“Il giorno della civetta” o, soprattutto, “Il contesto”) con un fatto vero. A indagare è direttamente l’autore e le sue prove sono le lettere che Moro scrisse da carcere delle BR per chiedere di essere salvato e che furono al centro del confronto tra i sostenitori della linea della fermezza (nessuna trattativa coi brigatisti) e coloro che volevano trattare (posizione che era anche di Sciascia). Una vera e propria inchiesta letteraria sulla politica italiana cove, come nell’opera di Bellocchio, realtà e immaginario si incontrano e a volte confondono ma con un rigore e un controllo che ancora oggi rendono quest’opera un classico della nostra letteratura.
2“Messaggi di sangue”, di David Forgacs (Laterza): in questo saggio molto ben scritto e basato sull’analisi di fonti fotografiche e iconografiche, lo storico inglese David Forgacs indaga, attraverso episodi che vanno dal Risorgimento ai giorni nostri, i motivi per cui l’Itala ha l’oscuro primato occidentale non solo della violenza politica, ma della violenza dello Stato contro i suoi cittadini. Nel capitolo dedicato agli anni di piombo si parla anche del rapimento Moro, ma il volume è prezioso proprio perché chiarisce come il ’78 non sia stato un anno eccezionale, ma il prodotto di una strutturale anomalia del nostro sistema democratico.
3“Ufo 78”, Wu Ming (Einaudi): se Bellocchio e Sciascia hanno usato la realtà per ispirare una narrazione, il collettivo di scrittura Wu Ming usa la fantasia per rendere la realtà. In questo finto romanzo storico che deve molto a Umberto Eco, il rapimento Moro si intreccia alla scomparsa di due scout sui monti di Massa Carrara nel 1976 e alle vicende di strampalati gruppi di ufologi. Del resto, in una delle prime scene del film di Bellocchio, una radio dà notizia degli avvistamenti alieni di Alberto Moravia… Un romanzo avvincente e densissimo, che oltre a rendere benissimo gli anni ’70 – la controcultura e la politica, ma anche l’eroina e il disimpegno alle porte – si muove in quella zona tra complotto e paranoia che proprio da allora inizia a diffondersi per dilagare oggi. Quando leggiamo “Ufo 78”, dobbiamo sapere che parla di noi, proprio come il sequestro Moro.